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Il Family Act è legge

Il Family Act è legge. Si tratta di una riforma preziosissima e attesa veramente da troppo tempo. Sono previste misure a sostegno della genitorialità e del lavoro femminile e recepisce in anticipo la direttiva europea del 20 giugno 2019, sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, che punta a riformare l’accesso agli istituti di conciliazione lavoro-famiglia, attraverso una revisione dei congedi parentali e del congedo di paternità 

L’Italia, manco a dirlo, era indietro rispetto ad altri paesi europei e durante il Governo Conte II si è lavorato per recuperare questo gap fino a questi giorni. L’iter è finalmente concluso e la legge è stata approvata, al Senato, con 193 voti favorevoli.

Con il Family Act lo Stato, di fatto, investe sulle famiglie italiane rispondendo a idee e speranze espresse dagli stessi cittadini che da anni chiedevano politiche attive per la famiglia e lavoro.

 Quindi, cosa significa concretamente questa misura?

  • Previsto un assegno universale mensile per ogni figlio a carico fino all’età adulta;
  • Le famiglie avranno un sostegno per le spese educative, sportive e culturali;
  • Previsti congedi di paternità obbligatori e strutturali;
  • Previsti incentivi al lavoro femminile, dalle detrazioni per i servizi di cura alla promozione del lavoro flessibile;
  • L’educazione è fra gli aspetti più importanti e per questo è previsto un sostegno per le spese universitarie e di affitto per i giovani under 35.

Un altro obiettivo raggiunto, quindi. Ora non resta che concentraci sul salario minimo e sul cashback fiscale.

 

 

Altre novità di natura fiscale

Al centro della nostra azione politica, oltre ai privati cittadini, ci sono ovviamente anche le piccole e medie imprese per le quali abbiamo pensato a due soluzioni per venire incontro alle loro difficoltà.

La prima è la decisione di prorogare, per un triennio, il piano  e di rifinanziare il fondo centrale di garanzia per le PMI.

Cos’è il piano Transizione 4.0? E’ il riconoscimento dei crediti d’imposta alle imprese per investimenti in tecnologia, formazione, green, anche se con qualche aliquota ridotta. La proroga triennale del pacchetto, da noi implementato durante il Governo Conte II, è fondamentale per dare certezze e giusti tempi di pianificazione alle imprese, requisiti indispensabili a consolidare la poderosa crescita di cui l’Italia sta godendo. 

Abbiamo poi rifinanziato il Fondo centrale di garanzia per le pmi, che durante la pandemia tanta importanza ha avuto nel garantire i prestiti alle imprese (da poco abbiamo superato i 200 miliardi di finanziamenti garantiti). Proroghiamo al 30 giugno 2022 l’operatività dell’intervento straordinario in garanzia del Fondo per sostenere la liquidità delle imprese colpite dall’emergenza Covid. In questa direzione la dotazione del Fondo viene incrementata di 520 milioni di euro per il 2024, di 1,7 miliardi di euro per il 2025, di 650 milioni per il 2026 e di 130 milioni di euro per il 2027.