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Il nostro “no” alle spese militari è solo una posizione di buon senso

Non siamo certo noi del M5S a creare tensioni all’interno del Governo o a mettere in fibrillazione le altre forze politiche. La questione dell’aumento delle spese militari non era nel patto che ha unito questa maggioranza di governo e pertanto è chi ora vuole per forza inserire questo argomento in corsa che sta creando dei problemi. 

C’è da chiedersi piuttosto quale sia il vero obiettivo. Tenere fede alla parola che l’Italia ha dato nel 2014 oppure mettere in difficoltà il Governo? Io credo più alla seconda ipotesi. 

Nulla quaestio sulla posizione euroatlantica del Movimento 5 Stelle e il Presidente Giuseppe Conte non fa che ripetere, in questi giorni, che gli impegni assunti in sede Nato molti anni fa vanno rispettati. Non è questo il punto. Ma è bene anche riconoscere e tenere in considerazione le difficoltà che il Paese sta affrontando in questo momento e dare ad esse la priorità di intervento. 

Va oltretutto ricordato che solo 10 Paesi membri della NATO su 30 rispettano la soglia del 2% del PIL per le spese militari. Ma eventualmente occorrerà adeguarci molto gradualmente, magari entro il 2030 come stavamo facendo con i Governi Conte 1 e 2. Siamo passati dall’1% all’1,4% del PIL per gli investimenti, in piena pandemia proprio perché siamo convinti della necessità di un aggiornamento dal punto di vista tecnologico, di un rafforzamento aerospaziale e molto altro. 

Detto tutto ciò, il M5S attualmente rappresenta la maggioranza relativa e la nostra voce deve essere ascoltata. Sarà chi non lo farà a doversi assumere la responsabilità di creare tensioni e fibrillazioni. 

Tutte le accise sul prezzo dei carburanti

E’ risaputo che le tasse applicate sui carburanti, in particolare su benzina e gasolio, rappresentano oltre il 50% del prezzo complessivo che noi consumatori paghiamo. In particolare, per il diesel Iva e accise pesano sul totale per il 51,8%, per la benzina verde salgono addirittura al 55,3%.

Questi dati sono stati messi a disposizione dal Mise e fanno riferimento alla settimana dal 28 febbraio al 6 marzo. La benzina costava alla stazione di servizio 1.953,14 euro, di cui: 0,73 euro sono accise (728,40 euro), 0,35 euro Iva (352,21 euro) e 0,87 euro era il costo netto del carburante (872,53 euro).

Sul gpl grava un minor peso delle accise sul totale, riducendo il prelievo fiscale al 35,3% del prezzo di vendita. 

Secondo le rilevazioni dell’Unem, l’Unione energia per la mobilità, “si verifica una situazione paradossale di emergenza” per quanto riguarda il gasolio: il costo della materia prima è ”nettamente superiore al prezzo di vendita senza tasse’‘. Sulla benzina invece si registra un margine lordo di 0,045 euro e, spiega l’associazione, è l’unica voce su cui ”l’operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa”.

L’Iva, imposta sul valore aggiunto, prevede un’aliquota del 22% sul prezzo mentre le accise sono un tributo che viene introdotto per affrontare una situazione di emergenza (come i conflitti) e quindi dovrebbero avere un tempo definito.

Peccato che in Italia l’emergenza venga superata ma la lunga lista di accise resti invariata. Oggi paghiamo ben 19 emergenze a partire dalla guerra d’Etiopia (1935-1936).

E nonostante siano passati 87 anni dall’introduzione del prelievo (e 86 dalla fine del conflitto), i consumatori oggi continuano a pagare 0,000981 euro su ogni litro di benzina. Ma in questo elenco non figurano solo conflitti. Ci sono disastri naturali, rinnovi di contratti, missioni Onu e gestione immigrati. L’utilizzo di questo strumento sembra aver preso piede soprattutto a partire dal nuovo millennio. A partire dal 2000 sono state introdotte 9 accise (quasi la metà del totale).

Ma vediamo più approfonditamente:

1) per il conflitto in Etiopia (1936) si applica un prelievo di 

0,000981 euro;

2) per la crisi di Suez (1956) si applica un prelievo di 0,00723 euro;

3) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963) si applica 

un prelievo di 0,00516 euro;

4) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966) si applica 

un prelievo di 0,00516 euro;

5) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968) si applica

un prelievo di 0,00516 euro;

6) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (197) si applica 

un prelievo di 0,0511 euro;

7) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980) si 

applica un prelievo di 0,0387 euro;

8) per la missione Onu durante la guerra del Libano (1982) si applica 

un prelievo di 0,106 euro;

9) per la missione Onu durante la guerra in Bosnia (1995) si applica 

un prelievo di 0,0114 euro;

10) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004) si 

applica un prelievo di 0,02 euro;

11) per l’acquisto di autobus ecologici (2005) si applica un prelievo 

di 0,005 euro;

12) per l’emergenza terremoto in Abruzzo (2009) si applica un prelievo

di 0,0051 euro;

13) per il finanziamento alla cultura (2011) si applica un prelievo da

0,0071 a 0,0055 euro;

14) per la gestione immigrati dopo la crisi libica (2011) si applica 

un prelievo di 0,04 euro;

15) per l’emergenza alluvione Liguria e Toscana (2011) si applica un 

prelievo di 0,0089 euro;

16) per il decreto legge ‘Salva Italia’ (2011) si applica un prelievo 

di 0,082 euro;

17) per l’emergenza terremoti dell’Emilia (2012) si applica un 

prelievo di 0,024 euro;

18) per il finanziamento del ‘bonus gestori’ (2014) si applica un 

prelievo di 0,005 euro;

19) per le spese del ‘decreto legge del fare’ (2014) si applica un 

prelievo di 0,0024 euro.

 

Un elenco troppo lungo che è ora di snellire. Oltre a questo, come ha anche affermato il presidente Conte

è necessario lavorare sugli extraprofitti delle major del petrolio: istituire un fondo di solidarietà per famiglie e imprese ci pare il minimo. Inoltre ci aspettiamo che il premier Draghi inizi seriamente a ragionare sulla necessità di uno scostamento di bilancio: abbiamo intere filiere al palo a causa dell’escalation incontrollata del costo dell’energia.

Questi rincari, oltre ad essere ingiustificati, stanno terribilmente pesando sulle tasche degli italiani. Cittadini e imprese già in estrema difficoltà a causa di due anni di pandemia.

Per questo il Governo deve intervenire subito approntando tutte le misure necessarie per calmierare i costi del carburante, anche bloccando IVA e le accise. Soprattuto si prenda in considerazione un nuovo scostamento di bilancio.

 

Una corsa a staffetta per un progetto comune

 

La tecnica della staffetta rientra tra le discipline a squadre e consiste nel condurre più rapidamente possibile il “testimone” all’arrivo. Richiede coordinamento nei passaggi e la consapevolezza che si è parte di un team che può vincere solo se si passa il testimone.

Il Movimento 5 Stelle ha messo sempre al centro la partecipazione, il voto degli iscritti coinvolti in ogni decisione cruciale e nel condividere l’alternanza dei nostri vertici, i nostri “staffettisti”. Ma il MoVimento è un unicum nato nel 2009 e passato, come ogni forza “giovane”, in una naturale fase di crescita e di cambiamenti che si sono manifestati anche con il mutare del nostro simbolo.

Il tutto però non deve mai essere visto come una corsa singola, ma sempre come una staffetta in cui i vari leader che si alternano, lo debbono fare nella logica di un gioco di squadra. Siamo nati da un’idea di Gianroberto Casaleggio e di Beppe Grillo, poi fatta crescere con gli strumenti formativi della piattaforma Rousseau, creata ed implementata da Davide Casaleggio con le risorse di decine di migliaia di attivisti e di portavoce che hanno alimentato ed investito, in questa crescita, risorse e lavoro per il progetto comune. Poi l’impegno di Luigi Di Maio e, a seguire, quello di Vito Crimi. Abbiamo vissuto divisioni, polemiche, attacchi interni ed esterni, ma siamo andati avanti non per la simpatia verso il capo politico “pro tempore” ma sempre e solo per un percorso collettivo difficile che non si arresta con la storia di un singolo o di un semplice attivista.

Le scelte sono a maggioranza e le maggioranze si rispettano, altrimenti non si potrebbe parlare di democrazia. L’unicità del Movimento rispetto alle altre forze politiche è quella di dare voce a ciascuno degli iscritti, con il peso di ogni singolo voto pur nel rispetto del gruppo, del progetto collettivo.

Oggi abbiamo delegato a portare avanti questa fase il nostro Presidente, Giuseppe Conte, che con un consenso mai così alto ha raccolto la sfida. A lui oggi rimettiamo la fiducia in questo percorso verso il futuro, ma sempre con la gratitudine verso tutti quelli che lo hanno preceduto.

Nella staffetta non si guarda indietro, si supporta chi è in pista e corre per i nostri colori. Avanti insieme, per chi ha voglia di correre, chi è stanco si sieda pure, la corsa continua ed abbiamo bisogno di tutto il supporto perché le altre squadre sono determinate ma noi abbiamo come sempre scelto i nostri atleti migliori, guardando avanti e non indietro.

Di seguito il link all’avviso di convocazione dell’Assemblea degli Iscritti.

La sospensione del Tribunale di Napoli e la leadership di Conte

Ormai le cronache non parlano d’altro che della sospensione da parte del Tribunale di Napoli del Presidente Giuseppe Conte e della sua leadership verosimilmente messa in discussione. Anche i giornali locali hanno voluto affrontare l’argomento ascoltando alcuni Parlamentari marchigiani, fra i quali il sottoscritto.

Quello che più mi colpisce è come, in ogni occasione, le difficoltà che affronta il Movimento 5 Stelle siano ampiamente e con dovizia di particolari affrontate da tutti i giornali e opinionisti. Stessa attenzione però, non viene riservata alle nostre proposte o a terremoti che tutte le coalizioni stanno affrontando in questo particolarmente momento.

A seguito del voto del Presidente della Repubblica, tutte sono state attraversate da discussioni al loro interno. Alcune con effetti deflagranti. Ma sembra sempre che i problemi siano solo nel M5S. Intanto però non esiste più una coalizione di destra, con i vari leader armati l’uno contro l’altro e i ruoli di Salvini, Meloni e Berlusconi messi in discussione.

Non va meglio al centrosinistra: con il voto sulla Belloni, Letta ha trovato difficoltà causate dalle tante correnti dal solito Renzi. Ma nelle cronache tutto viene ridotto e sviato sui problemi del Movimento.

Giorgio Fede

Noi, dalla nostra nascita, veniamo descritti moribondi, e certamente, anche per la nostra giovane età, di “mareggiate” ne abbiamo passate molte. Ma, forse proprio per questo, ci siamo abituati a navigare in tempesta e supereremo anche queste “onde” polemiche.

Premesso tutto ciò, sono convinto che la leadership di Giuseppe Conte si basi sulla profonda condivisione di principi e valori ed è da questo che era scaturito un altissimo consenso. Oltre il 90%. Prima ancora delle carte bollate, quel che è importante è il fortissimo legame politico che certo non dipende e non è messo in discussione da un ricorso sollevato da tre militanti su di una comunità di oltre 100mila iscritti.

La sentenza del tribunale di Napoli mi ha lasciato personalmente stupito, poiché proprio il Tribunale di Napoli, in prima istanza, aveva respinto il ricorso cautelare per la sospensione delle delibere dell’agosto 2021 (per l’approvazione del nuovo statuto e l’elezione del Presidente). Tuttavia ne prendiamo atto perché le sentenze, come ha detto Beppe Grillo, si rispettano.

Ma è anche doveroso ricordare che è arrivato solo un provvedimento di sospensione.

Dal momento che erano comunque programmate nuove votazioni, immagino che non avremo alcun problema a proporre agli iscritti la ratifica delle delibere attualmente in discussione. Oltretutto, con un plus: tutti quelli che non erano abilitati al voto l’estate scorsa, oggi hanno anche maturato i sei mesi di iscrizione. Ma possiamo  valutare la partecipazione anche a quelli con meno di sei mesi di anzianità.

Va precisato anche che la regola dei sei mesi di anzianità era da tempo una prassi consolidata nelle votazioni con lo specifico obiettivo di scongiurare che la comunità fosse infiltrata da cordate organizzate ad hoc per alterare le singole votazioni, complice anche la gratuità e semplificità dell’iscrizione.

Non voglio entrare nel merito della discussione Conte – Di Maio. Di sicuro avremmo tutti preferito un confronto rivolto maggiormente all’interno, nella logica del naturale confronto democratico, oltretutto per una forza politica che antepone il dialogo ed il confronto e vieta per statuto le correnti. In ogni caso ho apprezzato la scelta di Di Maio di uscire dal comitato di garanzia e la conferma data da Giuseppe Conte di assoluta disponibilità ad un confronto chiaro, partecipato e democratico.

Sono certo che anche in questo caso troveremo la migliore soluzione.

Grazie al Superbonus i cantieri triplicano

Alcuni giorni fa il quotidiano locale Corriere Adriatico, nella pagina dedicata a San Benedetto del Tronto, la mia città d’origine e di residenza, titolava così: “Effetto Superbonus, triplicano i cantieri sulla costa”.

Sono stato colto da un moto di orgoglio dato che questa misura fu introdotta per la prima volta dal Governo di Giuseppe Conte e che, nell’ultima legge di bilancio, è stata confermata grazie all’impegno del Movimento 5 Stelle.

Secondo il quotidiano marchigiano, “soltanto negli ultimi tre mesi, in Comune sono arrivate ben 130 richieste d’occupazione di suolo pubblico, nell’ambito di cantieri per interventi su case e palazzi vari. Un genere di pratiche letteralmente schizzato alle stelle dopo il varo, da parte del Governo centrale, di tutta una serie di incentivi e di bonus verso questo specifico settore, in particolare sul fronte della manutenzione e dell’efficientamento energetico. L’impatto di tali provvedimenti – si legge ancora – è lampante se si prende a paragone un secondo dato. Durante un intero anno precedente alla raffica di sostegni economici voluti da Roma, al Comune di San Benedetto arrivavano, in media, meno di 300 richieste d’occupazione per lo stesso genere di lavori”.

Lavori edili Superbonus

Lungo la costa Picena i lavori edili sono triplicati grazie al Superbonus

Insomma, un successo che viene confermato non solo su scala internazionale, come vi raccontavo in questo articolo di qualche settimana fa, ma anche nella dimensione più locale.

E’ innegabile quindi l’attenzione del Movimento 5 Stelle verso un bene tanto prezioso come quello della casa. Il Superbonus serve a migliorarle, a renderle più efficienti dal punto di vista energetico e, di conseguenza, ad aumentarne il valore (unitamente ad altre misure che abbiamo inserito nella Legge di Bilancio).

E quindi voglio ribadire che è solo grazie a noi se il Superbonus 110% è stato prorogato integralmente fino al 2023 su condomìni ed ex Iacp (case popolari). Ma c’è di più: la proroga è stata confermata fino al 2025 con un meccanismo di decalage: 70% nel 2024, 65% nel 2025.

In particolare, grazie alla nostra perseveranza abbiamo anche introdotto numerosissime migliorie. Volete un esempio?

  • Abbiamo garantito l’estensione al 2022 del Superbonus sulle case unifamiliari cancellando i precedenti riferimenti a tetti Isee, a limitazioni all’abitazione principale e a termini di comunicazione Cila, prevedendo solo uno stato di avanzamento lavori del 30% al 30 giugno 2022 
  • Abbiamo ricompreso nella proroga dei lavori trainanti anche i lavori trainati 
  • Abbiamo ottenuto la proroga a tutto il 2025 del Superbonus nelle aree colpite da eventi sismici a partire dal 2009 
  • Abbiamo prorogato il Superbonus per gli impianti fotovoltaici e le colonnine di ricarica e introdotto un’agevolazione importante per le opere di abbattimento delle barriere architettoniche 
  • Abbiamo ricompreso le spese delle nuove asseverazioni nel perimetro dei vari bonus edilizi 
  • Abbiamo previsto che il decreto antifrode, pur virtuoso negli obiettivi, non trovi applicazione per gli interventi in edilizia libera sotto i 10 mila euro
  • Abbiamo individuato il prezziario cosiddetto “Dei” come parametro generale di riferimento per le asseverazioni lavori
  • Viene prevista l’estensione del Superbonus agli edifici con teleriscaldamento 
  • Viene prevista l’estensione del Superbonus a Onlus e Rsa

Si tratta di un corposo pacchetto di interventi che garantisce al Superbonus l’ampiezza che merita per continuare a sprigionare il suo potenziale in termini di crescita del Pil, generazione di posti di lavoro, apertura dei cantieri e risparmio energetico.

 

 

Superbonus: i finanziamenti europei per l’edilizia nelle Marche

Quelli sul Superbonus, sono numeri assolutamente importanti (https://www.efficienzaenergetica.enea.it/images/detrazioni/Avvisi/Report_dati_mensili_31_12_2021.pdf) che confermano, ancora una volta, la bontà del Superbonus, una misura che, giova ricordarlo, è stata voluta dal Governo di Giuseppe Conte e poi confermata dal Governo di Mario Draghi.

Il Movimento5Stelle è stata ed è l’unica forza politica schierata a tutela di un bene che a nostro avviso è preziosissimo, quello della casa. Con Il Superbonus, infatti, proteggiamo le case degli italiani, le miglioriamo, le rendiamo più efficienti dal punto di vista energetico e ne aumentiamo il valore. 

In tutto il Paese sono oltre 95mila i cantieri avviati con il Superbonus, per un valore di oltre 16 miliardi. Nelle Marche, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2021, si contano 2.300 cantieri con un finanziamento totale di 430 milioni.  

Ma la nostra attenzione alla casa si concretizza anche attraverso altre misure che abbiamo promosso come il recupero, avvenuto grazie a noi, della cedibilità dei crediti d’imposta legati anche agli altri bonus edilizi, alla riestensione del bonus mobili legato alle ristrutturazioni, al nuovo fondo da noi introdotto per il cohousing degli anziani.

Nel corso dell’anno, più volte abbiano avuto riscontri sulla bontà di questa misura da una moltitudine di osservatori economici, centri di ricerca, ordini professionali, associazioni imprenditoriali, esponenti politici.

Volete alcuni esempi? Basti pensare alle affermazioni del vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans e della commissaria all’energia, Kadri Simson, di fronte al Parlamento Europeo:

Superbonus is a good business case

Per i più scettici, che preferiscono i dati alle parole, c’è il link ad ENEA con i dati suddivisi per Regione o i risultati dell’ultimo Rapporto sull’impatto degli incentivi fiscali in edilizia, elaborato dal Servizio studi della Camera con il Cresme, secondo cui il Superbonus e gli altri bonus edilizi hanno generato lavori incentivati per 51 miliardi di euro, in aumento dell’82% rispetto al 2020. Tutto questo si è tradotto in 510mila posti di lavoro e, per i cittadini, in un risparmio energetico dichiarato in megatep annui molto vicino all’obiettivo fissato dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima.

Inoltre, secondo un recente studio del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), nel 2021 il Superbonus contribuirà alla formazione di 12 miliardi di Pil e all’attivazione di 153mila posti di lavoro, mentre l’Inps ha contato oltre 92mila posti di lavoro da giugno 2020 a giugno di quest’anno.

Infine, ma non certo per importanza, c’è il Rapporto di Unioncamere/Infocamere secondo cui il Superbonus, in due anni, ha favorito la nascita di 30mila nuove imprese.