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Il Superbonus costa troppo: falso!

Una delle bugie più clamorose del signor Presidente del Consiglio Meloni è che il Superbonus costerebbe troppo, addirittura, in uno dei suoi tanti video indegni, afferma che costerebbe 2mila euro per ciascun italiano, “neonati compresi”. Una bugia clamorosa, una delle tante a cui noi ci siamo già abituati (ma non per questo smetteremo di dire come stanno le cose) e a cui gli italiani dovranno abituarsi presto o tardi.

Parlando di dati nazionali:

  • A fronte di investimenti per 60,5 mld a fine ottobre 2022, il Superbonus ha generato complessivamente un valore economico pari a 195,2 miliardi tra effetti diretti (87,7 mld), indiretti (39,6 mld) e indotti (67,8 mld). Ne consegue che lo stesso effetto moltiplicatore da 1 a 3 può essere applicato a tutti i successivi aggiornamenti sui cantieri Superbonus che saranno forniti da Enea. Fonte: Nomisma – Le ultime dal Superbonus 110% del 21 febbraio 2023
  • A fronte di 55 miliardi di investimenti al 31 ottobre 2022 è stata attivata una produzione aggiuntiva nel sistema economico di 116 miliardi. Fonte: Censis – Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – novembre 2022
  • A fronte di 60,5 miliardi di detrazioni a carico dello Stato (al 31 ottobre 2022) viene stimato un gettito derivante dalla produzione complessiva attivata nel sistema economico di 42,8 miliardi di euro, pari a circa il 70% del valore delle detrazioni a carico dello Stato. Fonte: Censis – Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – novembre 2022 
  • Inoltre per ogni euro speso dallo Stato per finanziare la misura in termini di crediti o detrazioni fiscali 43 centesimi sono tornati allo Stato sotto forma di gettito fiscale (fonte, Consiglio e Ordine Nazionale dei Commercialisti / 22.12.22) 
  • La Meloni l’11 novembre 2022 ha sostenuto che il Superbonus pesa sulle casse per lo Stato 60 miliardi di euro. Il riferimento è alla proiezione del valore delle detrazioni previste per la fine dei lavori dei cantieri da Superbonus contenuta nell’aggiornamento Enea al 31 ottobre 2022. A parte il fatto che si tratta di un investimento (destinato a crescere), la Meloni non sa, o forse si guarda bene dal dire, che questi 60 miliardi vanno spalmati su 5 anni, ovvero il quinquiennio di utilizzabilità dei crediti in compensazione. Quindi, se proprio si deve parlare di ‘peso’, questo dovrebbe essere più correttamente raccontato in 12 miliardi l’anno. Ma il tema è sempre quello dei ritorni economici, anche perché tutte le cifre vengono mensilmente aggiornate da Enea e tutte le grandezze sono destinate ad aumentare
  • Senza contare il complessivo effetto moltiplicatore sul sistema economico, l’Ance a luglio 2022 ha stimato che il 47% del costo del Superbonus rientra allo Stato in forma di nuove tasse, Iva e contributi. Fonte: dato Centro studi Ance – luglio 2022
  • Per dimostrare quanto sia importante stimare tutti gli effetti positivi dei bonus edilizi sul sistema economico, e quindi per capire se il saldo è positivo o negativo, un Report del dicembre 2021 stima un saldo positivo di 36 miliardi di euro per gli incentivi edilizi nel periodo 1998-2021. A incidere sulla determinazione positiva del saldo sono quelli che vengono chiamati “fattore impresa” e “fattore lavoro”, ovvero tutto ciò che si scarica positivamente sui fatturati e sulle retribuzioni. Il tutto senza contare benefici economici difficili da stimare, ma pure esistenti, come la valorizzazione del patrimonio immobiliare oggetto di intervento, il miglioramento della qualità della vita e il decoro. Lo stesso Report stima inoltre un saldo positivo di 4 miliardi di euro per l’impatto dei bonus edilizi sul solo 2021, anno fortemente caratterizzato dal Superbonus 110%. Fonte: Servizio studi della Camera dei deputati – Cresme – Report dal titolo “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima d’impatto delle misure di incentivazione – 9 dicembre 2021
  • Il Superbonus ha prodotto un incremento di 7,1 miliardi nel valore degli immobili oggetti di intervento, nell’ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori.  Fonte: Nomisma – Le ultime dal Superbonus 110% del 21 febbraio 2023

E per le Marche? Nella nostra Regione, stando ai dati ufficiali ENEA e non alle bugie della destra, ci sono stati investimenti per 1,724 miliardi. Di questa cifra, il 70% rientra con IVA, IRES, IRPEF, CONTRIBUTI INPS, ovvero 1,206 miliardi. Quindi il costo reale per lo Stato è di 518 milioni. Se aggiungiamo la maggiorazione del 10% (51 milioni) avremo 569 milioni da spalmare su cinque anni. Il risultato di questo calcolo, ovvero 113 milioni, suddiviso per 1,4 milioni di cittadini marchigiani, fa 80 euro. Eccolo il costo reale per ciascun cittadino: 80 euro, altro che duemila euro!

Ora, calcoli matematici a parte, la levata di scudi delle imprese e delle associazioni di categoria, molte delle quali sostenitrici di questo Governo, dovrebbe far seriamente riflettere il signor presidente Meloni e il suo Ministro Giorgetti e speriamo che nella loro sordità, almeno ascoltino chi pagherà le conseguenze delle loro scelte scellerate

Il Superbonus fa risparmiare energia

Quello che il Governo del signor Meloni omette di spiegare agli italiani è che in questo momento di grave crisi legata ai costi dell’energia, una misura come il Superbonus consente a chi ne ha potuto beneficiare di risparmiare in bolletta, in un anno, fino a oltre 900 euro.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono i benefici apportati dal Superbonus:

  • Il Superbonus ha consentito di generare per ogni beneficiario un risparmio annuo medio in bolletta di 964 euro.  Fonte: Nomisma – Le ultime dal Superbonus 110% del 21 febbraio 2023
  • Il Superbonus ha prodotto un risparmio di 29 miliardi di euro a parità di qualità abitativa, in termini di guadagno economico-ambientale
  • Il Superbonus ha consentito di risparmiare 1,4 milioni di tonnellate di Co2.   Fonte: Nomisma – Le ultime dal Superbonus 110% del 21 febbraio 2023
  • Grazie a Superbonus ed ecobonus nel 2021 è stato centrato il 46% dei risparmi energetici previsti dal Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima). In particolare questi bonus hanno garantito risparmi energetici per 516mila tonnellate equivalenti di petrolio, in netto aumento rispetto alle 330 mila. Fonte: Enea – Rapporto efficienza energetica e detrazioni fiscali 
  • Gli investimenti attivati in questi due anni dal Superbonus hanno prodotto un risparmio energetico che è possibile stimare in quasi 11.700 GWh/anno. Questo risparmio strutturale, insieme ai 143 GWh/anno di nuova potenza rinnovabile installata, contribuiscono a un minor consumo di gas necessario per la produzione elettrica e per il riscaldamento domestico. È possibile stimare questo risparmio in oltre 1,1 miliardi di metri cubi di gas metano. Fonte: Censis – Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – novembre 2022

 

 

Il Superbonus ha creato posti di lavoro

Oggi, cari lettori, condividerò con voi alcuni numeri relativi ai posti di lavoro creati a seguito dell’introduzione del nostro Superbonus. Un elenco molto schematico, perché perdersi in chiacchiere e rivoli non aiuta nessuno, con tanto di fonti ufficiali e autorevoli:

  • +992.000 posti di lavoro al 31 gennaio 2023, di cui 641mila nel settore costruzioni e 351mila nei settori collegati. Fonte: Nomisma – le ultime dal Superbonus 110% del 21 febbraio 2023
  • +902.000 posti di lavoro al 31 ottobre 2022 generati dal Superbonus, di cui 583.000 nella filiera delle costruzioni e 319.000 in altri settori. Fonte: Censis – Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – novembre 2022
  • +634.000 posti di lavoro, di cui +410.000 nel settore delle costruzioni e +224.000 nei settori collegati. Fonte: Primo bilancio sociale e ambientale Superbonus redatto da Nomisma – 13 luglio 2022

Il Superbonus ha spinto il Pil

In merito al Superbonus, il governo Meloni ha deciso di danneggiare irreversibilmente cittadini e imprese. Una decisione presa con le motivazioni più in malafede che abbia mai ascoltato. Giorgetti dice che Superbonus e bonus edilizi sono costati 110miliardi e che questi oggi avrebbero aperto una voragine nei conti: una menzogna colossale.

Anche perché, se così fosse, significherebbe che questa voragine è stata alimentata dal Governo Draghi, di cui Giorgetti è stato influente ministro, e dal Governo Meloni, in cui Giorgetti, in perfetta linea di continuità, è stato promosso ministro dell’economia. Il Governo Draghi ha elaborato ben due Def e due Nadef, con una Legge di bilancio. Giorgetti ha portato in parlamento una Nadef, che era l’aggiornamento della precedente, e il governo Meloni ha confezionato una Legge di bilancio basata su questo. In tutti questi documenti contabili, trasmessi puntualmente all’Ue, non c’è traccia di buchi, voragini o pozzi senza fondo.

Quindi mentono spudoratamente al Paese. E gli italiani non meritano un governo bugiardo. Per smentire le loro bugie, condivido con voi lettori alcuni dati ufficiali suddivisi per macrotemi. Oggi parliamo del Superbonus come propulsore del PIL italiano:

● Gli investimenti attivati dal Superbonus hanno dato un contributo del 22% alla crescita del Pil nel 2022 Fonte: Report Cresme novembre 2022

● Gli investimenti in costruzioni, grazie al Superbonus e agli altri bonus edilizi, hanno contribuito alla crescita record del 6,7% del Pil italiano nel 2021. In particolare, all’interno di questo +6,7%, le costruzioni hanno dato un contributo del +1,8% alla crescita, con un’incidenza quindi del 27% sulla performance complessiva del Pil 2021. Fonte: Ance – Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2022, presentato il 25 ottobre 2022.

● Gli investimenti in costruzioni hanno fatto segnare un incremento record del 2021 (+20,1%), confermato da un ottimo trend anche per il 2022 (+12,1%). Il tutto trainato soprattutto dagli investimenti in manutenzione straordinaria delle abitazioni nel 2021 (+25%) e nel 2022 (+22%), grazie all’apporto del Superbonus e degli altri bonus edilizi. Fonte: Ance – Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2022, presentato il 25 ottobre 2022.

● Gli investimenti in costruzioni, in particolare grazie al Superbonus, hanno trainato la crescita economica del 2021, registrando un incremento del 21,8% (quindi dato in linea con quello dell’Ance). La performance è stata nettamente la migliore in Europa: in Germania gli investimenti in costruzioni nello stesso periodo sono cresciuti dell’1,1%, in Francia del’11,4% e in Spagna del 4,3%. Fonte: Centro Studi Confindustria – Rapporto di previsione autunno 2022 dal titolo ‘Economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?’, presentato l’8 ottobre 2022.

Il totale degli investimenti ammessi a detrazione per il superbonus al 110% è di oltre 65 miliardi al 31 gennaio 2023. Lo comunica l’Enea in data 10.02.23. Per la precisione gli investimenti ammessi a detrazione arrivano a 65.239.761.123,23 miliardi. Il numero delle asseverazioni è di 372.303. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è di 49.740.470.777,91 (76,2%). Le detrazioni previste a fine lavori sono pari a 71.763.737.235,55 miliardi. L’onere a carico dello Stato per le detrazioni maturate per i lavori conclusi è di 54.714.517.855,70 miliardi;

● Inoltre l’Eurostat ha confermato in audizione in Senato in data 14.02.23 che il superbonus 110% e la circolazione dei crediti non genera alcun debito pubblico smontando la narrazione sin qui fatta dal Governo.

Ma quale crescita? Ecco perché la manovra avrà un impatto irrilevante sulla nostra economia

Per rispondere a questa domanda basta leggere quanto scrive il ministro Giorgetti nell’aggiornamento della Nadef: l’obiettivo di crescita nel 2023 è di appena lo 0,6%. È la dimostrazione plastica di come i 39 miliardi di cui si compone la Legge di bilancio hanno un impatto irrilevante sul sistema economico. Il tutto mentre si dovrebbe investire per proteggere una crescita che, anche grazie alle politiche espansive del Governo Conte II, aveva fatto segnare un +6,7% nel 2021 e garantito un effetto trascinamento sulle stime del Pil 2022, dato attualmente al +3,7%. Con questa Manovra si riconsegna il Paese, nella migliore delle ipotesi, a un Pil da zero virgola che tanto ha penalizzato l’Italia negli anni precedenti; se invece dovessero avverarsi le previsioni dei più accreditati osservatori (Fmi su tutti) sarà recessione. La Legge di bilancio non fa nulla per prevenire questi scenari, anzi li asseconda. Non c’è nulla per contribuire alla competitività e alla resilienza del tessuto produttivo. Su misure di investimento come Superbonus e Transizione 4.0 si fanno inaccettabili passi indietro.

La Legge di bilancio è restrittiva in primis perché opera un drastico abbattimento del deficit in rapporto al Pil: dal 5,6% del 2022 al 4,5% del 2023. Parliamo di 1,1 punti percentuali, ovvero 20 miliardi di euro. Questo è un chiaro effetto restrittivo, nonostante il Governo abbia aumentato il precedente deficit tendenziale al 3,4% del Pil lasciato in eredità dal precedente Esecutivo (significa che il Governo Draghi ha fatto ancora più austerità)  

C’è un altro elemento che dimostra il ritorno al passato: l’avanzo primario. Parliamo di un autentico feticcio dell’austerity, che ci auguravamo fosse stato archiviato definitivamente, soprattutto nelle fasi di ciclo economico avverso. In sostanza con questa Legge di bilancio la Meloni intende riconsegnare il Paese a quella condizione in cui le entrate devono sempre e comunque essere superiori alle spese (al netto della spesa per interessi). Ebbene, il ritmo con cui l’attuale Governo vuole arrivare a un avanzo primario è molto più serrato di quello lasciato in eredità da Draghi: se quest’ultimo nel Def di aprile aveva previsto un avanzo primario dello 0,2% nel 2025, la Meloni anticipa questo 0,2% al 2024 e per il 2025 prevede addirittura un avanzo primario dell’1,1%. Una scossa di austerità incredibile, che si traduce in tagli o minori spese per pensioni, sanità, scuola, stipendi pubblici, approvvigionamento di beni e servizi 

Oltre 100 mld tra evasori totali e parziali e il problema sarebbe il Reddito di Cittadinanza?

Oltre 100 mld tra evasori totali e parziali, 1/4 di falsi invalidi, 11 miliardi di mazzette in appalti pubblici… e il problema sarebbe il Reddito di Cittadinanza?

In Italia, secondo l’ultimo resoconto della Guardia di finanza, si registrano circa 100 miliardi di evasione l’anno, per quasi 6mila evasori totali e oltre 23mila soggetti denunciati per i più vari reati tributari, truffe e sprechi di denaro pubblico, senza dimenticare le frodi al sistema sanitario e nel settore degli appalti (11 miliardi solo su questo). I percettori del Reddito di Cittadinanza che hanno percepito indebitamente il sussidio (per un totale di 3,9 milioni di euro) rappresentano lo 0,7% della platea.

Allora io credo che i rappresentanti marchigiani del Governo Meloni, come il senatore Guido Castelli, che ha subito approfittato del successo della GdF nello scovare 39 furbetti del reddito nell’ascolano per fare la solita demagogia, dovrebbero concentrarsi in altre problematiche, certamente più impellenti per il territorio regionale, come abbiamo fatto noi del M5S nella scorsa legislatura. Penso ad esempio allo sblocco di tante infrastrutture ferme, in alcuni casi da secoli, nei cassetti dei palazzi romani di cui oggi proprio loro possono parlare solo grazie alla nostra opera in Parlamento.

Le denunce dimostrano semplicemente che i controlli stanno funzionando. Come ogni cosa, anche la misura del RdC è perfettibile ma sarebbe stata di certo più efficace se le Regioni, 14 su 20 a trazione destra, avessero speso le risorse messe loro a disposizione dal Governo per potenziare i centri per l’impiego. Far passare l’idea che l’unico problema sia il reddito di cittadinanza, che rappresenta solo lo 0,7% dell’ammontare delle truffe – mentre in una verifica di qualche anno fa, per esempio, i cosiddetti “falsi invalidi” risultarono il 25% -, è ridicolo, oltreché falso e tendenzioso. Secondo la logica di questa propaganda becera dovremmo abolire anche cassa integrazione, 104, appalti pubblici, ecc.

In ultimo vorrei ricordare anche i dati dell’Inps: 2/3 dei percettori non sono occupabili, e il 20% di quelli che sono occupabili lavora già, ma con uno stipendio al di sotto della soglia di povertà, che quindi viene integrato dal RdC fino a raggiungere 780 euro. Inoltre, c’è un’ampia fascia di persone tra i 55 ed i 65 anni, difficilmente ricollocabili, mentre i ragazzi under 35 che non si trovano più con i propri genitori e che percepiscono il sussidio rappresentano l’1,47%.

Purtroppo alle bugie di questa destra noi siamo già abituati. Mi duole pensare che dovranno farlo anche tutte le persone che l’hanno votata. Tuttavia, invece di pensare a misure che hanno salvato milioni di persone dalla povertà, il Governo Meloni dovrebbe concentrarsi su come sostenere le famiglie e le attività vittime del caro bollette e della crisi energetica.

2,4 MILIONI PER IL RECUPERO DELLA PIATTAFORMA ECOLOGICA IN VIA VAL TIBERINA: UN’AZIONE DEL M5S AL GOVERNO E IN REGIONE

Giorgio Fede e il Ministro Costa

Lo scorso anno il Governo, e in particolare il Ministro per l’Ambiente Sergio Costa, è intervenuto per risolvere la situazione nei cosiddetti siti inquinanti “orfani”, stanziando 105 milioni di euro per la loro bonifica, di cui 2,7 milioni destinati alla regione Marche. Fondamentale è stato il raccordo tra il territorio, gli attivisti e i portavoce in consiglio regionale, e chi invece, come me, era a Roma potendo sensibilizzare il ministro competente e assicurandosi di portare a casa le risorse necessarie. 

Quella della Piattaforma Ecologica S.r.l., in Via Val Tiberina, a San Benedetto del Tronto, è una storia che seguiamo da oltre 10 anni. La discarica è divenuta un vero e proprio pericolo per la popolazione e per l’ambiente nel 2009 e solo grazie all’impegno del Movimento 5 Stelle, e soprattutto di Peppino Giorgini, prima come attivista e poi come consigliere regionale, oggi possiamo raccontare di aver fatto un bel passo in avanti.

Giorgini depositò un esposto alla Procura di Ascoli Piceno nel 2014 che, insieme a quello del Comune di San Benedetto, diede origine ad un processo concluso con una condanna in primo grado per i proprietari della discarica, poi confermata dalla Cassazione. Peccato che la ditta non ha mai pagato né, ci risulta, mai lo farà, la pena pecuniaria.

In seguito, da consigliere regionale, Giorgini presentò una mozione, votata all’unanimità, per impegnare Presidente e Giunta Regionale a richiedere ad ARPAM di intervenire nel sito dismesso di Via Val Tiberina con dei carotaggi al fine di verificare la presenza di grafite radioattiva proveniente dalla Carbon di Ascoli Piceno (come denunciato pubblicamente, sulla stampa, dall’incaricato stesso che seppellì le scorie di grafite radioattiva). Un grande risultato per il Movimento 5 Stelle ottenuto in consiglio regionale, visto che l’ARPAM dal 2009 si rifiutava addirittura di effettuare un sopralluogo richiesto dal Comune di San Benedetto e aveva avviato un carteggio infinito senza mai verificare, nemmeno dal perimetro esterno, la contaminazione di reflui o percolati.

Sempre Giorgini, nel 2017, chiese ufficialmente con PEC al Prefetto di avviare un tavolo tecnico specifico con tutti gli enti interessati per la messa in sicurezza della discarica, e infine presentò una denuncia alla Commissione europea che portò al sanzionamento dell’Italia per infrazione.

È stato fatto un lavoro enorme dal Movimento 5 Stelle, sia a livello locale che nazionale. Nel sito di Via Val Tiberina ci sono centinaia, se non migliaia, di tonnellate di rifiuti pericolosi accertati, ma purtroppo la storia potrebbe non essere finita. Infatti la probabile presenza di grafite radioattiva non è mai stata ancora verificata, tenendo conto che proprio sotto quel preciso luogo scorrono le falde acquifere che da Ascoli arrivano a San Benedetto, pertanto occorre rimanere vigili, e fare, subito dopo aver tolto i rifiuti, i carotaggi previsti dalla mozione.

C’è anche la frustrazione connessa al fatto che i colpevoli di tutto questo non hanno mai pagato un centesimo per gli enormi danni creati all’ambiente, ma, concretamente i rischi per i cittadini sono troppo grandi e perciò l’attenzione deve rimanere alta.

Giorgio Fede con Peppino Giorgini

GIUSEPPE CONTE A SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Nel pomeriggio del 31 agosto, è prevista a San Benedetto del Tronto la visita del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Per l’ex Presidente del Consiglio sarà l’occasione per incontrare la marineria ed i cittadini.

Il suo arrivo presso la banchina riva del Molo Malfizia, nell’area antistante la zona portuale, è previsto per le ore 16:30 e incontrerà i rappresentanti della marineria locale, le realtà locali e i cittadini. Con lui ci saranno l’ex Ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, la Sottosegretaria per l’Ambiente (MITE), Ilaria Fontana e i candidati marchigiani del Movimento 5 Stelle.  

Siamo felici e orgogliosi del suo passaggio in questa splendida regione, a dimostrazione di quanto sia alta la sua attenzione per il nostro territorio e le sue problematiche oltre che per le iniziative virtuose. Infatti, i marittimi locali, già da 3 anni sono impegnati nel riportare a terra non solo il pesce dell’Adriatico ma anche tonnellate di rifiuti che soffocano il nostro mare. L’approvazione della Legge Salvamare (del 17 maggio 2022) fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle sostanzia e rafforza questa pratica virtuosa che è stata molto apprezzata anche da Papa Francesco. Il Presidente Conte non terrà un comizio dall’alto di un palco ma dimostrerà anche in questo caso la nostra diversità, prediligendo il contatto diretto e il dialogo con le persone. 

La ripartenza del leader pentastellato è prevista intorno alle 18.

L’incontro con la marineria ed i cittadini si terrà nel luogo più rappresentativo della importante realtà ittica delle Marche, nella zona tra il Mercato Ittico sede della storica sala d’Asta e la banchina di Riva del Molo Malfizia dove sono ormeggiati i pescherecci che da secoli solcano l’Adriatico.

Ferrovia Salaria, lo studio di fattibilità finanziato grazie a noi

Quando siamo arrivati al governo, la ferrovia dei Due Mari era ferma da secoli e non c’era nulla di concreto. Le cose sono cambiate dal 2018. In commissione Lavori Pubblici, io e il presidente Mauro Coltorti, abbiamo chiesto e ottenuto uno studio di fattibilità. Questo è il punto essenziale di partenza per qualsiasi opera. Con tale passaggio sarà possibile valutare come completare l’opera, soprattutto per le tratte mancanti che sono Rieti – Passo Corese e Ascoli – Antrodoco. È stato solo grazie all’azione parlamentare del M5S se c’è stato questo passo in avanti: ritengo necessario precisarlo perché, ahimé, troppo spesso si travisano funzioni e competenze.

Infatti RFI risponde solo al Governo e al Parlamento attraverso Anas. Noi del M5S abbiamo ottenuto il finanziamento di 40 milioni di euro che ricadrà sui territori, dopo di che potrà esserci l’azione conseguente degli enti territoriali. Ad esempio, i comuni dovranno decidere come inserire il tracciato nei piani regolatori e come facilitare l’avanzamento dell’opera affinché non si blocchi a causa di vicende locali. Da inizio legislatura seguo questa vicenda riuscendo, con il collega Gabriele Lorenzoni e con il costante appoggio del Presidente Coltorti, a rilanciare concretamente un progetto che era in stallo da oltre un secolo e che offrirebbe un futuro ai territori colpiti dal terremoto che, senza adeguate infrastrutture, non potranno considerarsi completamente ricostruite.

PNRR, al via il “Piano Scuola 4.0”

PNRR, al via il “Piano Scuola 4.0”: 2,1 miliardi per 100.000 classi innovative e laboratori per le professioni digitali del futuro.

Quello in atto è il più grande programma di innovazione didattica. E lo dobbiamo al lavoro svolto dall’allora premier Conte per portare in Italia il PNRR. Siamo partiti da scuole gestite ‘dai migliori’, in cui in molti casi a causa del taglio delle risorse all’istruzione si chiedeva ai genitori di portare da casa carta igienica, gessi e carta per fotocopie. Oggi, grazie, al nostro lavoro in Europa e in Parlamento, finalmente, la scuola ritorna al centro degli investimenti per il futuro dei nostri figli.

Nelle Marche arriveranno ben 44.311.434,8 euro. Si tratta di uno stanziamento che, a livello nazionale, si attesta sui  2,1 miliardi di euro. L’obiettivo è  trasformare 100mila classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. Spazi di apprendimento flessibili e tecnologici per favorire la collaborazione e l’inclusione. Lo possiamo fare grazie al PNRR ed è l’intervento più grande di questo tipo mai realizzato. L’intervento mette al centro le studentesse e gli studenti, utilizzando la tecnologia come risorsa per l’innovazione e alleata dell’apprendimento. Fra risorse PNRR e altri fondi europei sono già stati investiti, per il digitale, circa 4,9 miliardi ma d’altronde solo così potremo garantire una scuola al passo con i tempi. Il minimo comune denominatore saranno arredi facilmente posizionabili, attrezzature digitali versatili, la rete wireless o cablata. Ma a scegliere come saranno disposti o articolati saranno le scuole.

Il piano è suddiviso in 2 azioniNext generation classrooms, per 100.000 classi innovative: ciascuna scuola del primo e del secondo ciclo potrà trasformare almeno la metà delle classi attuali, progettando nuovi ambienti e una nuova didattica; Next generation labs: questa azione si rivolge alle scuole secondarie di secondo grado per realizzare laboratori in grado di sviluppare competenze digitali.

Di seguito la ripartizione delle risorse per provincia: 

Riparto risorse Azione Next Generation Classroom

Ancona: 10.007.539,81 euro

Ascoli Piceno e Fermo: 7.714.037,58 euro

Macerata: 6.681.986,76 euro

Pesaro e Urbino: 7.584.434,04 euro

TOT Marche: 31.987.998,19 euro

Riparto risorse Azione Next Generation Labs

Ancona: 3.586.064,58 euro

Ascoli Piceno e Fermo: 2.884.642,41 euro

Macerata: 3.173.331,21 euro

Pesaro e Urbino: 2.679.398,52 euro

TOT Marche: 12.323.436.72 euro

Il Movimento 5 Stelle crede fermamente nel ruolo dell’istruzione e della formazione delle future generazioni. Dopo anni di disastri e di tagli dei governi che si sono avvicendati negli ultimi 20 anni, in questi quattro anni abbiamo decisamente invertito la rotta investendo come non era mai stato fatto nella scuola. È una grande soddisfazione e un grande motivo di orgoglio.

Di seguito il link con l’elenco delle scuole interessate: https://www.miur.gov.it/-/pnrr-al-via-il-piano-scuola-4-0-2-1-miliardi-per-100-000-classi-innovative-e-laboratori-per-le-professioni-digitali-del-futuro-bianchi-in-atto-il-piu-