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Approvato oggi al Senato, dal 1° luglio partirà l’assegno unico e universale: fino a 250 euro al mese, con una maggiorazione per le persone con disabilità, che saranno riconosciuti a tutte le famiglie dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno di età del figlio a carico.
Un aiuto concreto per tante mamme e papà, di cui beneficeranno anche i lavoratori autonomi e gli incapienti. Un tassello decisivo del grande progetto di riforma del welfare familiare lanciato dal MoVimento 5 Stelle, con l’obiettivo di riorganizzare i bonus esistenti in un solo e più consistente importo da spendere per affrontare tutte le spese legate alla crescita e all’educazione di bambini e ragazzi.
Già oggi, con il Reddito di Cittadinanza stiamo sostenendo più di 437mila famiglie con minori e altre 213mila in cui vivono persone con disabilità. Lo facciamo perché siamo convinti che il futuro dell’Italia passi da ogni singola famiglia e che sostenerle tutte sia un nostro preciso dovere.
Con l’assegno unico vogliamo anche lanciare un messaggio a tutti coloro che rinunciano a diventare genitori per paura di non riuscire a sostenere i costi: lo Stato è al vostro fianco.
Ecco perché ci siamo.
Dal 1° luglio partirà l’assegno unico e universale: fino a 250 euro al mese, con una maggiorazione per le persone con disabilità, che saranno riconosciuti a tutte le famiglie dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno di età del figlio a carico.
Un aiuto concreto per tante mamme e papà, di cui beneficeranno anche i lavoratori autonomi e gli incapienti. Un tassello decisivo del grande progetto di riforma del welfare familiare lanciato dal MoVimento 5 Stelle, con l’obiettivo di riorganizzare i bonus esistenti in un solo e più consistente importo da spendere per affrontare tutte le spese legate alla crescita e all’educazione di bambini e ragazzi.
Già oggi, con il Reddito di Cittadinanza stiamo sostenendo più di 437mila famiglie con minori e altre 213mila in cui vivono persone con disabilità. Lo facciamo perché siamo convinti che il futuro dell’Italia passi da ogni singola famiglia e che sostenerle tutte sia un nostro preciso dovere.
Con l’assegno unico vogliamo anche lanciare un messaggio a tutti coloro che rinunciano a diventare genitori per paura di non riuscire a sostenere i costi: lo Stato è al vostro fianco.
Ecco perché ci siamo
Con il Reddito di cittadinanza stiamo aiutando concretamente oltre 1,2 milioni di famiglie. Vuol dire circa 3 milioni di cittadini che prima non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, pagare le bollette, comprare gli occhiali nuovi per i propri figli… e che adesso invece possono contare su un sostegno da parte dello Stato. Ne siamo ogni giorno più orgogliosi!
Il Reddito di cittadinanza ha svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia: anche grazie a questa misura di civiltà, infatti, è stata assicurata una stabilità sociale. In particolare, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio statistico dell’INPS, sono più di 437mila le famiglie con bambini e ragazzi che beneficiano del Reddito, per un totale di 1,6 milioni di persone coinvolte.
“Nessuno deve rimanere indietro” è da sempre il nostro principio guida. Il MoVimento 5 Stelle c’è, sta dalla parte dei cittadini e continuerà a lavorare nel loro esclusivo interesse.
Il 28 gennaio scorso è stato definito l’elenco di 5.518 Comuni (di cui oltre 160 nelle Marche), che potranno beneficiare dei finanziamenti della legge 158 sui piccoli Comuni, la cosiddetta legge “salva-borghi”. È un passo avanti concreto nell’attuazione della legge, che ora prevede la predisposizione del “Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni”, che definisca le modalità per la presentazione e la selezione attraverso bandi pubblici dei progetti da parte delle Amministrazioni comunali coinvolte.
È l’ennesimo provvedimento importante voluto dal Movimento, frutto dell’ascolto attento anche delle realtà “minori” e di una precisa visione a lungo termine, che prevede la riqualificare dei borghi italiani, per frenarne lo spopolamento e rilanciarne lo sviluppo. Si tratta di oltre 5.000 Comuni, in cui risiedono circa 10 milioni di cittadini. Quelli marchigiani sono insediati per lo più nelle zone compite dal sisma del 2016. Le opere finanziabili sono molto varie, dalla riqualificazione dei centri storici, all’acquisto di immobili dismessi, il recupero di case cantoniere o stazioni ferroviarie, l’informatizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione, la digitalizzazione delle zone più isolate, la promozione anche cinematografica, convenzioni con Poste Italiane per portare servizi dove non ci sono, fino al sostegno dell’avviamento delle imprese giovanili.
Sono previste risorse per 100 milioni di euro, per i progetti proposti dai Comuni selezionate in base alle seguenti caratteristiche: popolazione inferiore ai 5.000 abitanti; collocazione in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; con marcata arretratezza economica; con un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento del 1981; con condizioni di disagio insediativo; con inadeguatezza dei servizi sociali essenziali; collocazione in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani; con una densità di popolazione non superiore a 80 abitanti per chilometro quadrato; appartenenti alle Unioni di Comuni montani; con territorio nel perimetro di un parco o area protetta; nati da fusione.
Dal 1946 ad oggi, durante 18 legislature, si sono susseguiti ben 66 Governi, che hanno coinvolto 29 differenti presidenti del Consiglio. L’attuale composizione delle forze ai due lati del Parlamento, è stata definita con la tanto contestata legge elettorale “Rosatellum”. Vale la pena ricordarlo, nelle elezioni del 2018 il primo partito è stato il Movimento 5 Stelle, a cui è toccato l’obbligo morale di mettersi al centro del processo previsto dalla nostra Costituzione per la formazione di un Governo.
La nostra proposta è stata chiarissima: un premier “terzo”, addirittura esterno alla scena politica (altro che poltronismo!), con un programma di riforme per l’Italia su cui coinvolgere, come preannunciato prima delle elezioni, le forze politiche disponibili.
A parte noi, nessuno lo aveva detto prima. Ma poi sono arrivati tutti, con tempi diversi.
Prima a rispondere la Lega, con la promessa, facile a dirsi ma difficile da mantenere, di non tradire il patto, poi smentita dai fatti dell’agosto 2019.
A quel punto il Movimento ha riproposto lo stesso schema, con lo stesso premier Conte, e questa volta hanno aderito PD e LEU. In seguito c’è stata la scissione renziana, fino al nuovo tradimento del secondo Matteo.
Cosa fa ora il Movimento 5 Stelle? Semplice, resta fedele al suo obiettivo politico fondamentale, garantire un Governo al Paese per realizzare le riforme che servono, con il premier Conte, il primo ministro più apprezzato degli ultimi anni, tanto più in questa situazione di emergenza assoluta e senza precedenti.
È irresponsabile, oltre ogni possibilità di spiegazione e comprensione, abbandonare la nave alla deriva in una pandemia, con un Paese in ginocchio per un virus che ha aggredito il mondo intero e che ci ha scoperto particolarmente deboli, con scarse risorse sanitarie ed economiche, con la seconda popolazione più anziana al mondo dopo il Giappone, con uno dei debiti pubblici più alti del mondo, con una sanità distrutta da decenni di tagli e pessime gestioni, fiaccata da scandali e clientele.
Per questo siamo in politica, per cambiare un Paese con una burocrazia non risolta ma addirittura accresciuta dai Governi precedenti.
Un Paese con una scuola affollata, dequalificata, con una classe docente umiliata dalla carenza di meritocrazia, il precariato diffuso che rende difficoltosa anche la gestione ordinaria, con classi pollaio e carenze anche a livello di gessi e carta igienica.
Un Paese con infrastrutture a pezzi per deficit di manutenzione, con concessioni “regalate” ai privati, con ponti che crollano, viadotti sotto sequestro, gallerie senza cemento.
Un Paese assolutamente carente anche a livello digitale, sia nei servizi della Pubblica Amministrazione che nei collegamenti per imprese e cittadini.
Noi stiamo lavorando, con forza e coraggio, per cambiare tutto questo.
Stiamo resistendo ad una pandemia terribile, con oltre 80.000 deceduti, servizi a terra e l’economia immunodepressa e sotto tremenda pressione. Continuiamo a lavorare, al fianco di Giuseppe Conte, resistendo a bordate, tradimenti, garantendo legalità, spirito sano e innovazione, con disciplina ed onore.
Un lavoro difficile che non può e non deve interrompersi, anche pensando al ruolo centrale e storico avuto dal nostro presidente in Europa, nel far partire prima un dialogo e poi delle azioni su finanziamenti senza precedenti, con una credibilità conquistata e meritata, tale da farci ricevere il più grande sostegno per affrontare le nostre difficoltà.
L’Italia, storicamente considerata inaffidabile, oggi viene vista con fiducia e ammirazione, per cui si resta esterefatti di fronte a questo rigurgito della peggiore “politica” Italiana, non una politica “Bella e nova”, ma brutta e vecchia.
A testa alta, #AvantiConConte
Nelle ultime ore il presidente di Confindustria Macerata Guzzini si è probabilmente lasciato sopraffare da quell’insofferenza e da quella mancanza di lucidità che in questo grave momento, purtroppo, sembra cogliere troppi rappresentanti delle istituzioni, quando non riescono ad esprimersi con la cautela necessaria come mai in questa situazione, sbagliando contenuti e modi delle dichiarazioni.
È più che comprensibile a tutti la difficoltà economica che in particolare le partite IVA stanno subendo come conseguenza della pandemia globale.
Tuttavia il rispetto e la tutela della salute sono e restano il primo obiettivo di uno Stato solidale come il nostro, che deve assolvere agli obblighi costituzionali previsti dal nostro ordinamento. L’articolo 32 della Costituzione indica che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Questo aspetto deve certamente essere bilanciato col miglior supporto possibile al mondo delle imprese. Ma va detto anche che, per esempio, le misure di contenimento della pandemia dei primi tempi hanno garantito la tutela degli interessi degli imprenditori turistici marchigiani durante la stagione estiva, in cui hanno potuto lavorare proprio grazie alle misure adottate dal Governo nei mesi precedenti.
Con la stessa cautela e senso di responsabilità si agirà per il futuro. Il Patto per l’export portato avanti dal ministro Di Maio è un tassello di questo percorso.
Le scuse del presidente di Confindustria Macerata sono benvenute, ma è auspicabile un deciso cambiamento in tutto il quadro istituzionale del Paese, abbiamo bisogno di essere comunità, uniti e solidali, di remare tutti nella stessa direzione mettendo da parte gli interessi egoistici ed evitando le facili frasi ad effetto che soffiano sul fuoco della sofferenza dei milioni di cittadini che in questa situazione senza precedenti sono in grandi difficoltà fisiche, economiche e psicologiche.
E purtroppo di esempi del genere, con un uso strumentale della comunicazione per inseguire un facile consenso, ne abbiamo fin troppi, anche ora, nel periodo più grave che il nostro Paese sta vivendo dal dopoguerra.
A dirla tutta, da un rappresentate di Confindustria avremmo gradito per una volta un richiamo all’onestà e al rigore, dopo i decenni di sprechi e ruberie che ci hanno resi deboli ed non adeguatamente preparati per questi giorni, dopo che troppo spesso associazioni di categoria e una certa politica sono andate a braccetto per curare interessi personali, restando sorde e mute rispetto al degrado economico, produttivo, sanitario e sociale della nostra Italia.
Sergio Romagnoli
(M5S, Commissione Lavoro in Senato)
Giorgio Fede (facilitatore relazioni interne M5S Marche)
L’intelligenza artificiale sta trasformando molti aspetti delle nostre vite, dal lavoro alla sanità fino al gioco. Promette di aiutarci a risolvere molte sfide anche globali, come i cambiamenti climatici e l’accesso a cure mediche di qualità. Ma al tempo stesso pone questioni non banali ai cittadini, ai governi e quindi anche ai legislatori.
L’OCSE offre una struttura internazionale dedicata alla formazione dei parlamentari, a cui fornisce analisi tecniche, comparazioni tra le best practice di tutto il mondo, occasioni per la condivisione delle esperienze e la possibilità di cooperazione con colleghi stranieri.
Mentre in 8ª Commissione al Senato continuano le audizioni tecniche sul tema, stamattina nell’interessante riunione online organizzata dall’OCSE sono stati presentati dati e analisi sull’impatto sociale ed economico dell‘intelligenza artificiale, e si è discusso delle migliori politiche per affrontare il problema.
Oltre ai problemi più immediati e contingenti è importante prepararsi al meglio per affrontare con attenzione e conoscenza le sfide del futuro.
Si parla del periodo di grave crisi pandemica che stiamo vivendo e su come le nostre Regioni stiano utilizzando i fondi stanziati ormai da marzo, senza bandiere di appartenenza ma per il bene del Paese.