Le modifiche proposte al Reddito di Cittadinanza
Come promesso, torno a parlarvi degli “assurdi” 9 punti che il presidente Conte aveva presentato al premier Draghi chiedendo risposte urgenti.
Uno di questi riguardava il Reddito di Cittadinanza, tanto criticato dalle forze politiche che si dicono patriottiche, e da Renzi che ormai, poverino, non ne azzecca più una.
Anche le forze di maggioranza, quelle che oggi ci addossano (o ci provano) la colpa della caduta del governo Draghi non hanno fatto altro che rivolgere attacchi pretestuosi e strumentali a questo minimale sistema di protezione sociale che peraltro è presentato in larghissima parte d’Europa, scagliandosi vergognosamente contro le fasce più vulnerabili della popolazione.
Avevamo noi per primi suggerito e approvato, ancora di recente, significative modifiche per contrastare eventuali abusi e per incentivare i cosidetti “occupabili” ad accettare le offerte di lavoro. Ci siamo detti disponibili a valutare soluzioni utili a migliorare il sistema delle politiche attive, che però riguarda solo una percentuale modesta dei percettori di reddito, gli “occupabili”. Da questo punto di vista, la riforma del Reddito di cittadinanza è stata salutare, perché ha messo in evidenza le carenze e il bisogno di una radicale trasformazione delle politiche attive.
La nostra proposta era di procedere alla creazione di una piattaforma nazionale di domanda e offerta di lavoro, che raccogliesse tutti i dati dei beneficiari di prestazioni (non solo percettori del Rdc, ma anche di Naspi, Discol, Ds agricola etc…) e veicolasse queste informazioni alle imprese, anche mediante notifiche riguardanti il profilo, il settore, il luogo, in modo da incontrare la relativa domanda da parte delle aziende.
Questa piattaforma avrebbe dovuto servire anche ad anticipare alle aziende le varie agevolazioni, in termini di esonero contributivo, di cui avrebbero goduto assumendo i percettori di reddito.
Perché questa modifica? Ruolo centrale nel RdC come lo avevamo pensato inizialmente, era delle Regioni che gestiscono i centri per l’impiego. C’erano ingenti risorse a disposizione per l’assunzione di lavoratori nei centri per l’impiego, eppure molte Regioni hanno boicottato, letteralmente, la misura non sfruttando le risorse.
Creando una piattaforma nazionale avremmo bypassato il problema ma per Draghi e i suoi scudieri, evidentemente era chiedere troppo.