La legge Salvamare
La Commissione Ambiente della Camera, in sede legislativa, ha approvato alcune modifiche al disegno di legge Salvamare.
Questa legge rappresenta un prezioso strumento di cui potremo disporre per tutelare e ripulire dai rifiuti i nostri mari, laghi, fiumi e lagune. Quando sarà approvata in via definitiva, l’Italia avrà la prima legge nella sua storia volta a tutelare l’ecosistema marino e le acque interne. Inoltre, consentiamo ai pescatori e alle diverse associazioni di settore di raccogliere e portare a riva i rifiuti e conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani. Questa rappresenta una vera e propria conquista di civiltà, perché ad oggi chi porta rifiuti a riva rischia di essere sanzionato o di pagare come se li avesse prodotti a bordo. Con il Salvamare l’Italia compie un importante passo avanti verso la cultura della cura degli ecosistemi, della riduzione dei rifiuti, del riutilizzo, riciclo e recupero di materia.
La dimensione del problema dei rifiuti in mare e lungo le coste
Quante volte, a ciascuno di noi, è capitato di vedere immagini di vere e proprie isole di rifiuti in mezzo all’Oceano, o di pesci uccisi da plastiche o altro. Tentare, quanto meno, di dare una risposta, nel nostro piccolo, è doveroso e urgente. Le materie plastiche sono le componenti principali dei rifiuti marini, che si stima rappresentino fino all’85% dei rifiuti marini trovati lungo le coste, sulla superficie del mare e sul fondo dell’oceano. Si stima che vengano prodotte annualmente, a livello mondiale, 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, di cui almeno 8 milioni di tonnellate si perdono in mare ogni anno. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile indica, nell’Obiettivo 14, quello di “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”.
I numeri dell’emergenza plastica in mare
Ecco alcuni numeri che vi aiuteranno a comprendere la portata del problema e del perché la Legge Salvamare sia tanto importante.
- Più del 70% dei rifiuti finiti in mare è depositata nei fondali italiani: il 75% è plastica.
- L’Europa versa in mare ogni anno dalle 150 alle 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche
- Il 95% dei rifiuti in mare aperto è plastica.
- Oggi il 90% degli uccelli marini ha nello stomaco dei frammenti di plastica. Nel 1960 erano il 5% e saranno il 99% nel 2050 se non si cambia direzione.
- Spesso usata UNA VOLTA SOLA, la plastica rimane in mare: 20 anni per una busta, 50 anni per un bicchiere, fino a 600 anni per un filo da pesca.
- A causa della plastica, l’impatto economico sul settore pesca in Europa è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro.
- Se non si cambia rotta, nel 2025 gli oceani conterranno 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà in peso più plastica che pesce.
- L’80% della plastica nei mari proviene da fonti terrestri, il 20% da fonti marine come pesca, acquacoltura e trasporto navale
- L’Italia è il terzo paese del Mediterraneo a disperdere più plastica nel mare, arrivando alla cifra record di 90 tonnellate al giorno e la presenza di rifiuti in mare è una sfida globale che va affrontata con politiche mirate.
Cosa prevede la legge nello specifico?
Con questo provvedimento si introducono le definizioni di “rifiuti accidentalmente pescati” (RAP) e “rifiuti volontariamente raccolti” (RVR), non solo durante campagne di pulizia del mare, dei laghi, fiumi e lagune ma anche mediante sistemi di cattura.
Si stabilisce che i rifiuti accidentalmente pescati sono equiparati ai rifiuti delle navi ai sensi della direttiva europea e sono conferiti separatamente, in modo gratuito, all’impianto portuale di raccolta.
I costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati sono coperti con una specifica componente sulla bolletta sui rifiuti. Arera dovrà disciplinare le modalità di applicazione di questa nuova componente, rendendola trasparente in bolletta.
Il Ministero della Transizione Ecologica dovrà avviare un programma sperimentale triennale finanziato con 6 milioni di euro, per il recupero nei fiumi, di rifiuti galleggianti, compatibili con le esigenze idrauliche e di tutela degli ecosistemi.
Misure premiali attraverso un decreto ministeriale del Mipaaf, di concerto col Mite, si adotterà entro quattro mesi dall’approvazione della legge, l’individuazione di misure premiali per incentivare la raccolta di rifiuti da parte dei comandanti dei pescherecci, cui potrà essere assegnato un riconoscimento ambientale attestante l’impegno per il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità dell’attività di pesca.
Le campagne di pulizia potranno essere avviate su iniziativa dei Comuni e dei soggetti promotori tra cui figurano gli enti gestori delle aree protette, le associazioni ambientaliste, dei pescatori sportivi e ricreativi, di categoria nonché gestori di stabilimenti balneari, onlus, Aps e altri soggetti individuati dall’autorità competente.
Vengono definite norme per la gestione delle biomasse vegetali spiaggiate, al fine della loro reimmissione nell’ambiente naturale.
La Salvamare prevede attività di promozione nelle scuole di ogni ordine e grado, di attività sulla conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare. Nelle scuole saranno inoltre promosse pratiche di corretto conferimento dei rifiuti e sul recupero e riuso dei beni. Queste attività saranno coordinate con le misure e le iniziative previste nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, e potranno attingere a risorse ad hoc grazie al piano ‘RiGenerazione Scuola’.
Viene istituito un tavolo interministeriale al MiTe al fine di coordinare l’azione di contrasto dell’inquinamento marino; ottimizzare l’azione dei pescatori; monitorare l’andamento del recupero dei rifiuti.
Infine, ogni anni, il ministro dell’Ambiente relazionerà annualmente al Parlamento sull’attuazione della legge.