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Archivia Aprile 2022

Approvata la legge sulle statistiche in tema di violenza di genere

Si tratta di un altro passo avanti importante per la difesa delle donne: una legge con l’obiettivo di garantire adeguate informazioni sulla violenza di genere attraverso un’indagine triennale da realizzare tramite Istat con tutte le informazioni relative ai tanti tipi di violenza esistenti, da quella fisica, a quella sessuale, da quella economica a quella psicologica.

Sembra di poco conto all’apparenza, ma avere statistiche è in realtà imprescindibile affinché si possa intervenire con politiche e misure adeguate alla reale situazione. 

Il fenomeno ha raggiunto picchi allarmanti durante il lockdown: nei mesi di marzo e aprile 2020, la percentuale di donne uccise da partner o parenti ha raggiunto rispettivamente il 90,9% e l’85,7%; anche nel mese di novembre 2020 – apice della pandemia – le donne sono state uccise tutte in ambito familiare, da parenti il 40% e da partner il 60%.

Nel 2020 erano di più anche le donne che si sentivano in pericolo: 36,5% nei mesi di marzo-maggio 2020, 31,1% nell’intero 2020 contro il 27,4% nel 2021. A leggere i dati dell’Istat, sarebbero aumentate anche le donne che hanno avuto paura di morire a causa della violenza (4,1% nel 2020 contro il 2,9% del 2021) o che hanno temuto per l’incolumità dei propri cari (4,2% rispetto all’1,5% nel 2021), e nel 2020 le donne sono state prevalentemente uccise in ambito domestico (il 77,6% dei casi), come riportato da Linda Laura Sabbadini, direttrice della Direzione centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche sociali e demografiche dell’Istat.

Questo grave fenomeno è drammaticamente presente e riguarda tutte le culture e tutte le classi sociali. Combatterlo è un nostro dovere e l’informazione un fondamentale punto di partenza.

La guerra in Ucraina e la crisi umanitaria dell’Afghanistan

In Afghanistan metà della popolazione è alla fame. A dirlo è Save The Children e le cause sono ovviamente legate, in parte, al ritorno dei talebani al potere, ma in parte anche alla guerra in Ucraina.

Dalla presa di potere da parte dei talebani nell’agosto 2021, molte famiglie e i loro bambini e bambine sono costrette a sfamarsi solo con pane e acqua durante questo Ramadan. 

Il mese sacro del Ramadan è considerato un momento di celebrazione, compassione e unità ma, con l’economia del paese vicina al collasso, un numero crescente di famiglie afghane sono senza lavoro, in stato di indigenza e stanno ricorrendo a misure disperate per nutrire le loro figlie e i loro figli.

Secondo quanto riporta la onlus, metà della popolazione, ovvero 23 milioni di persone, tra cui 14 milioni di bambini e bambine – è costretta ad alimentarsi solo con pane e acqua e queste cifre sono aumentate in maniera preoccupante dallo scorso agosto.

Le ragioni sono ilcosto della vita e i prezzi del cibo saliti alle stelle. Ad esempio, un chilogrammo di grano costa quasi il 45% in più rispetto al giugno 2021, nel mentre, secondo le stime della Banca Mondiale, i redditi al contrario sono diminuiti di circa un terzo negli ultimi mesi del 2021. 

Come incide la guerra in Ucraina sulla situazione afghana?

L’Afghanistan è uno dei maggiori importatori di grano ucraino e la situazione, dopo l’attacco di Putin, potrebbe comportare un ulteriore aumento dei prezzi della vendita di questo bene in Afghanistan, peggiorando così la situazione.

Le bambine e i bambini sono i più vulnerabili durante una crisi alimentare: senza cibo sufficiente e senza la giusta alimentazione rischiano la malnutrizione, che può a sua volta causare malattie, infezioni, arresto della crescita e morte.

A completare questo quadro drammatico, secondo quanto riferito dalla rivista Foreign Policy, i talebani – approfittando probabilmente della minore attenzione mediatica recentemente più concentrata sulla Russia e sull’Ucraina – starebbero man mano rafforzando il proprio potere. Le donne vengono sempre di più private dei loro diritti, le scuole per loro non hanno riaperto a marzo come invece aveva promesso il governo talebano, si verificano esecuzioni sommarie, rapimenti di cittadini stranieri e, proprio negli ultimi giorni, attacchi terroristici attribuiti all’Isis.

La situazione è molto grave e come presidente della Commissione Diritti Umani del Senato seguo da sempre con molta attenzione quanto avviene in Afghanistan: tante sono state le audizioni allo scopo di avere un quadro reale della condizione che questo popolo sta vivendo e auspico che i governi internazionali si impegnino a fornire gli aiuti umanitari e tutto il sostegno di cui questo Paese necessita con urgenza.

 

Pnrr: al via gli avvisi per la transizione digitale delle scuole

Scuole più digitali, moderne ed efficienti. E’ per rispondere a questi obiettivi che sono partiti i nuovi avvisi per la transizione digitale di oltre 8mila istituti scolastici italiani previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Gli istituti, riferisce il ministero dell’Istruzione, possono ora candidarsi sulla piattaforma PA digitale 2026 (https://padigitale2026.gov.it) e richiedere i contributi necessari per migrare i propri servizi sul cloud e aggiornare o dotarsi di nuovi siti web. Le risorse, previste dal Pnrr e messe a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio dei ministri in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, sono complessivamente 95 milioni di euro: 50 milioni sono destinati alla migrazione sul cloud, altri 45 milioni sono dedicati ai siti web. 

Dalla pubblicazione dell’avviso in poi sono previste delle finestre temporali di 30 giorni al termine delle quali il Dipartimento provvederà a finanziare le istanze pervenute nel periodo di riferimento. 

L’obiettivo degli avvisi è di sostenere, da una parte, la migrazione di un numero minimo di servizi verso infrastrutture e soluzioni cloud qualificate per garantire servizi affidabili e sicuri, in coerenza con quanto definito all’interno della Strategia Cloud Italia, e dall’altra realizzare o aggiornare il proprio sito web grazie all’uso di un modello standard che migliorerà le esperienze digitali di genitori, studenti e dell’intera comunità scolastica. 

Questi fondi sono preziosi perché vanno nella direzione di sostenere la scuola nel processo di ammodernamento, di potenziamento e semplificazione del lavoro delle segreterie, velocizzazione delle comunicazioni con le famiglie, e trasparenza. 

Giovani: è tempo di cambiare strategia

Secondo un sondaggio di Istat sul Benessere equo e solidale 2021, l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di giovani (15-29 anni) che sono inattivi: non studiano, non lavorano e neanche cercano un impiego. Il 12,7% dei giovani esce dal sistema dell’istruzione e formazione senza aver conseguito un titolo di studio e non va meglio a chi invece completa il ciclo di studi fino alla laurea. Per loro non ci sono opportunità adeguate. Secondo l’indagine Istat quindi, i lockdown e le restrizioni non hanno impedito ai giovani di emigrare all’estero o di lasciare il Sud per il Centro e per il Nord Italia.

Questo, per il Movimento 5 Stelle è sempre stato uno dei temi centrali perché i giovani rappresentano il futuro del nostro Paese e un Governo che non si occupa di questo, ha evidentemente perso la propria ragion d’essere. Serve un cambio di strategia, le politiche giovanili devono diventare una priorità, beneficiarie di interventi strutturali come la campagna NEET Working Tour della nostra Fabiana Dadone.

Ascoltare le richieste dei giovani per trasformare in azione è il primo passo di un processo virtuoso di cambiamento che si basi su investimenti in scuola e università, servizi territoriali per la cultura, sport e tempo libero.

Per offrire un futuro ai nostri giovani occorre anche intervenire sull’occupazione, con sgravi contributivi per agevolare nuove assunzioni di giovani e donne e in questo senso un forte impulso potrà arrivare grazie ai fondi del PNRR.

I tirocini, ad esempio, possono essere un utile strumento per introdurre i giovani al mondo del lavoro ma vanno regolamentati e non utilizzati in sostituzione di contratti di lavoro regolari. Il Movimento 5 Stelle ha elaborato alcune proposte, come la verifica di quanti di questi tirocini si trasformano in contratti di lavoro o la previsione di spazi di coworking gratuiti per i giovani imprenditori e molto molto altro.

Risoluzione per le RSA: gli anziani sono patrimonio di relazioni, la loro cura sia centrale

Approvata all’unanimità una risoluzione sulle RSA. La Commissione Diritti Umani ha lavorato con unità, attenzione e sensibilità. Si tratta di un’iniziativa per la quale mi sono fortemente speso perché sono convinto che non possiamo ma soprattutto non dobbiamo cancellare quanto è successo durante la fase acuta della pandemia.

Il documento impegna il Governo ad adottare politiche in favore delle persone anziane con approccio innovativo, tenendo conto del loro patrimonio relazionale quale principale veicolo di tutela e di rispetto della dignità; l’obiettivo è anche quello di favorire l’attivazione di servizi di prossimità che permettano alle persone anziane di continuare a vivere nelle loro abitazioni, centri diurni per l’assistenza agli anziani, servizi di accompagnamento costanti, misure di incentivazione del co-housing e molto altro.  Si chiede al governo anche di monitorare le condizioni delle RSA e a rendere facilmente consultabili i dati.

I decessi hanno travolto i più fragili e addolorato i loro familiari, è esploso davanti agli occhi di tutti un mondo, quello degli anziani e delle loro cure che deve essere al centro dell’agenda politica di ogni partito politico. Con questa risoluzione vogliamo prima di tutto cancellare abusi e pratiche indegne, valorizzare le buone pratiche. Vogliamo che il sistema delle RSA sia trasparente e valutabile, perché gli anziani sono patrimonio della nostra comunità, perno vivo e pulsante di ogni società che si dica civile. Sono memoria e allo stesso tempo traccia per il futuro di ogni territorio. In questo risiede l’importanza di questa risoluzione.

Gli anziani devono ritornare ad essere il punto di contatto sì delle cure migliori, ma anche del tessuto sociale attraverso la massima diffusione territoriale di strutture, anche piccole, che permette la radicazione e non lo sradicamento. C’è necessità quindi che le cure e l’attenzione degli anziani, dei più fragili, non sia profitto di pochi ma ricchezza di ogni comunità.

Mi auguro che questo lavoro dia impulso a tenere la memoria viva e l’attenzione massima verso chi ha contribuito e contribuisce al benessere materiale e morale di ogni famiglia. Siamo molto soddisfatti del raggiungimento di questo importante traguardo, abbiamo lavorato tutti con determinazione, in un lavoro di gruppo che ha coinvolto tutte le forze politiche, segno evidente della comune attenzione e sensibilità su questo tema.

Per ulteriori informazioni, leggi qui la Risoluzione RSA.

 

 

Giornata della Terra: qualche buona pratica per fare la differenza

Anche quest’anno celebriamo, insieme ad altri 192 Paesi, la Giornata della Terra.

Si tratta della più grande manifestazione ambientale a livello mondale, ma soprattutto rappresenta un’occasione per ricordare quanto il nostro Pianeta abbia bisogno di attenzione e cure. 

È infatti sempre più fragile e gli eventi meteorologici, ma non solo, ci stanno sempre più richiamando ad invertire la rotta. È chiaro che non basta celebrare una giornata perché il cambiamento avvenga, ma bisogna impegnarci nel quotidiano, ciascuno nel nostro piccolo. Ogni giorno dobbiamo ricordare che la Terra è la nostra casa e che come tale, dobbiamo preservarla, tenerla pulita e accogliente per le future generazioni. 

Il M5S ha da sempre a cuore i temi dell’ambiente e della sostenibilità. Il primo passo è stato l’inserimento della tutela dell”ambiente e degli animali in Costituzione, e l’introduzione di alcune misure, come il Superbonus, che hanno proprio l’obiettivo di perseguire la via della transizione ecologica. 

Ma oggi voglio fare di più: vi propongo qualche buona pratica per fare la differenza.

  1. Evita di stampare
  2. Quando vai a passeggio o a correre e ti imbatti in rifiuti, raccoglili
  3. Cambia il tuo stile alimentare prediligendo cibi vegetali
  4. Sostieni l’educazione ambientale
  5. Calcola la tua carbon footprint
  6. Calcola il tuo consumo di plastica
  7.  Quando vai a fare la spesa, scegli borse riutilizzabili e non sacchetti di plastica
  8. Fai compost con l’umido
  9. Usa utensili, piatti e posate riutilizzabili
  10. Scegli cibo senza pesticidi
  11. Scegli di comprare prodotti locali, ancor meglio se a chilometro zero direttamente dall’allevatore o dal contadino
  12. Non comprare bottigliette di plastica, usa le borracce
  13. Prediligi prodotti in vetro o in carta
  14. Usa prodotti per la pulizia domestica ecosostenibili

DL Energia: tutte le misure del Movimento 5 Stelle

Dopo il via libera alla Camera del Dl Energia, dove è stato approvato con 323 voti a favore e 49 i contrari, ora il testo del Decreto legge passerà al Senato. Con il nostro impegno, abbiamo potuto inserire misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, una vera urgenza che si è acuita dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Non solo, abbiamo inserito provvedimenti per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Il decreto prevede anche misure per l’efficienza energetica e la riconversione, nonché altri interventi a favore delle imprese e delle utenze domestiche.

Ma cosa prevedono gli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle?

 

  • Via libera ai pannelli sui tetti

L’installazione di impianti termici e fotovoltaici sui tetti degli edifici nei centri storici sarà considerata alla stregua di un intervento di manutenzione ordinaria. Quindi, non è necessario chiedere né attendere permessi, autorizzazioni o altri atti amministrativi di assenso. Sono esclusi dall’automatismo gli edifici riconosciuti come di particolare pregio o valore storico, sui quali però si potranno installare pannelli integrati nelle coperture non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici, ad eccezione delle coperture i cui manti siano realizzati in materiali della tradizione locale.

  • Semplificazioni in aree idonee

La nuova norma semplifica le procedure autorizzative per l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici e delle opere connesse all’installazione nelle aree idonee: per potenza fino a 1 MW si applica la dichiarazione di inizio lavori asseverata per tutte le opere da realizzare su aree nella disponibilità del proponente; per impianti di potenza superiore a 1 e fino a 10 MW si applica la procedura abilitativa semplificata; per impianti di potenza superiore a 10 MW si applica l’autorizzazione unica. Le novità si applicherà, su richiesta del proponente, anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della norma. 

  • Più solare sugli specchi d’acqua

Abbiamo previsto l’applicazione della procedura abilitativa semplificata per installare impianti solari fotovoltaici di potenza fino a 10 MW, comprese le opere funzionali alla connessione alla rete elettrica, posizionati in modalità flottante sullo specchio d’acqua di invasi e di bacini idrici, compresi quelli nelle cave dismesse o sui canali di irrigazione. La semplificazione autorizzativa per i pannelli galleggianti non riguarda gli specchi d’acqua di particolare valore paesaggistico o ambientale. 

  • Isole minori senza fossili

Le isole minori non interconnesse con la rete elettrica nazionale dovranno coprire il loro fabbisogno energetico soltanto con fonti rinnovabili, convertendo entro il 2026 gli impianti di produzione energetica alimentati con combustibili fossili.

  • Spinta all’agrivoltaico

Per accedere agli incentivi statali, abbiamo rimosso il vincolo troppo restrittivo del 10% di superficie agricola per l’installazione di impianti fotovoltaici sollevati da terra con possibilità di rotazione e per quelli che adottino altre soluzioni innovative.

  • Repowering semplice per l’eolico

È consentito intervenire per potenziare gli impianti eolici esistenti ricorrendo alla procedura per gli interventi non sostanziali. Si può così incrementare più facilmente la potenza installata, sempre che le ulteriori opere connesse non comportino un aumento di superficie dell’area già occupata.

  • Ecoenergie su spazi di ferrovie e autostrade 

I siti e gli impianti di proprietà di società del Gruppo FS (ferroviari e stradali) e dei gestori delle infrastrutture ferroviarie, nonché delle società concessionarie autostradali, sono considerati potenziali aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. I gestori delle infrastrutture ferroviarie possono stipulare accordi di compravendita di energia elettrica da fonti rinnovabili a lungo termine. Inoltre, tra le aree idonee per l’installazione di impianti rinnovabili, sono state incluse anche quelle a destinazione industriale e artigianale, per servizi e logistica.

  • Rendicontazione Arera su taglia oneri 

Con un emendamento M5S al dl Energia si stabilisce che l’Arera (Autorità per l’Energia) dovrà relazionare sull’effettivo utilizzo delle risorse per contenere gli effetti degli aumenti delle bollette di elettricità e gas. In particolare dovranno essere indicate le disponibilità in conto residui trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali. È una misura importante perché, in una fase così delicata, va impiegato fino all’ultimo euro disponibile per limitare il caro-bollette.

  • Strategia nazionale contro povertà energetica

Davanti all’incredibile impennata dei prezzi energetici e delle bollette, il Movimento 5 Stelle ha pensato all’emendamento che prevede l’adozione della Strategia nazionale contro la povertà energetica sulla base dei dati forniti dall’Osservatorio nazionale della povertà energetica (recentemente istituito). Si tratta di una strategia che ha lo scopo di fissare gli obiettivi e le politiche pubbliche di lungo periodo per contrastare la povertà energetica.

  • Semplificazioni per impianti di accumulo collegati a impianti rinnovabili

Estesa la procedura abilitativa semplificata comunale (PAS) – già prevista per gli impianti di accumulo ubicati in aree dove si trovano impianti di produzione di energia elettrica a fonte fossile di potenza inferiore a 300 MW – anche agli impianti ubicati in aree dove si trovano impianti di produzione di energia elettrica a fonte rinnovabile, sempre che tali impianti abbiano il medesimo limite di potenza inferiore a 300 MW, e sempre che, come già previsto per i primi, non comportino estensione delle aree, né variante agli strumenti urbanistici.

Con un emendamento M5S si proroga  al 15 ottobre 2022 il termine entro il quale deve essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate la comunicazione per l’esercizio dell’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, relative ad alcune agevolazioni fiscali, tra cui quelle edilizie, relative ai lavori effettuati nel 2021, dando così più tempo a imprese e istituti finanziari per completare le procedure. 

  • Proroga termini per cessione del credito e introduzione quarta cessione credito 

Prorogati al 15 ottobre 2022 i termini entro il quale deve essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate la comunicazione per la cessione del credito, relativa ai lavori effettuati nel 2021, dando così più tempo a imprese e istituti finanziari per completare le procedure. 

Su questo avevamo instaurato una lunga battaglia e siamo felici che il Governo ci abbia ascoltato. Molto bene anche il passo indietro sulla cessione dei crediti e l’introduzione di una quarta cessione possibile soltanto se diretta a un suo correntista, ma solo dopo aver esaurito le precedenti possibilità di cessione verso altri istituti bancari, innescando così una triangolazione tra istituti bancari non necessaria, non logica, né proficua. Serve una correzione immediata e bisogna prevedere la possibilità di cessione ai correntisti anche prima della quarta. Ci lavoreremo già con il prossimo provvedimento.

  • Uso di sottoprodotti negli impianti di biogas e biometano

Ammessi negli impianti di produzione di biogas e di biometano i sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale e i sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali. Si tratta di un ulteriore tassello per la valorizzazione di tutti i sottoprodotti in chiave circolare. Potremo così conseguire gli obiettivi di sviluppo del biogas e del biometano in funzione delle peculiarità dei territori, sviluppando il massimo potenziale energetico possibile.

Decreto Energia e misure urgenti per il contenimento dei costi

Ha avuto il via libera dell’Aula della Camera – con 323 voti a favore e 49 i contrari – il Decreto legge Energia che introduce misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Il decreto prevede anche misure per l’efficienza energetica e la riconversione, nonché altri interventi a favore delle imprese e delle utenze domestiche. Ora il provvedimento passerà all’esame del Senato.

Le risorse messe in campo ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 saranno destinati a fare fronte al caro energia e la restante parte invece a sostegno delle filiere produttive che stanno soffrendo maggiormente in questa fase.

Il Movimento 5 Stelle ha presentato un pacchetto di emendamenti volto a creare le condizioni per accelerare al massimo la diffusione delle fonti rinnovabili. Per esempio, abbiamo semplificato gli iter per l’installazione di impianti fotovoltaici in aree idonee, sugli edifici privati, in aree industriali e su spazi disponibili di ferrovie e rete autostradale. Anche sui sistemi di accumulo energetico si imprime una forte semplificazione autorizzativa. Tra le altre cose, abbiamo esteso la possibilità di realizzare impianti per autoconsumo entro 10 Km dall’utenza di consumo.

Tutte le nostre proposte vanno nella direzione di riconoscere come idonea qualsiasi area in cui l’installazione di pannelli non arrechi danno al paesaggio, agli ecosistemi, alle colture perché l’obiettivo finale è accelerare per venire incontro a tutti i cittadini, lavoratori e imprese che vengono danneggiati quotidianamente dai rincari per le utenze. Come sempre quindi, al centro del nostro operare, c’è la massima attenzione alla tutela dei consumatori. 

Il DL Energia contiene anche alcuni interventi relativi al Superbonus 110%: proroghiamo al 15 ottobre 2022 i termini per la comunicazione della cessione dei crediti da parte delle imprese relativa ai lavori effettuati nel 2021, nonché l’introduzione di una quarta cessione del credito da effettuarsi esclusivamente nei confronti dei correntisti dell’istituto di credito cedente. Un passo in avanti che ora va completato, come già garantito dal Governo, con ulteriori interventi.

Grazie al nostro impegno sono state apportate migliorie che consentiranno all’Italia di fare passi avanti per aumentare la produzione interna di energia e quindi diventare maggiormente autonomo. Il tutto con l’ulteriore conseguenza di rafforzare le relative filiere industriali che creano molti più posti di lavoro rispetto alle corrispondenti fossili, e naturalmente implicano una forte diminuzione dei gas climalteranti che, ricordiamolo, ora come ora sono generati al 75% proprio da tale filiera.

Cosa prevede la legge sul lavoro agile?

Il testo unificato per la disciplina del lavoro agile, o smart working, è all’esame della Commissione Lavoro alla Camera dei deputati. Il provvedimento interviene introducendo misure volte alla promozione di tale modalità di esecuzione della prestazione lavorativa – anche con la previsione di agevolazioni tributarie e contributive – e modificando la disciplina attualmente vigente (dettata dalla Legge 81/2017) per adattarla ai cambiamenti dettati dalla pandemia.

Ecco, per punti, cosa prevede il testo

1) il provvedimento disciplina il lavoro agile come modalità di esecuzione della prestazione lavorativa nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, effettuata su base volontaria, con forme di organizzazione per fasi e cicli e con l’utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa da remoto. I contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale disciplinano: 

 a) la responsabilità del datore di lavoro e del lavoratore per quanto attiene alla sicurezza e al buon funzionamento degli strumenti tecnologici; avranno diritto alla priorità per l’accoglimento della richiesta di lavorare in smart working i seguenti soggetti: dalle lavoratrici e dai lavoratori nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo di maternità e di paternità; dai lavoratori con figli in condizioni di disabilità; dai lavoratori aventi diritto alla cosiddetta “legge 104”; dai lavoratori che svolgono funzione di caregiver familiare;

b) l’equiparazione del lavoratore che svolge la propria attività lavorativa in modalità agile con il personale operante in presenza ai fini del trattamento economico e normativo, del diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, nonché dello sviluppo delle opportunità di carriera e crescita retributiva, del diritto alla formazione a all’apprendimento permanente e alla periodica certificazione delle relative competenze;

c) il diritto a usufruire delle ferie e dei permessi, con le modalità previste dalla legge e dai contratti collettivi;

d) il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche, dalle piattaforme informatiche e da qualsiasi strumento e/o applicativo di comunicazione.

Il datore di lavoro, per poter accedere a misure di sostegno, promozione ed incentivazione, e ad ogni altra iniziativa in favore del lavoro in modalità agile dovrà applicare trattamenti non inferiori rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali di categoria stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, nonché il rispetto dei diritti e delle garanzie. Gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato sono applicabili anche qualora la prestazione lavorativa sia resa in modalità agile.

2) il provvedimento prevede che l’accordo relativo alla modalità di lavoro agile sia stipulato per iscritto ai fini della regolarità amministrativa e della prova come un regolare contratto di lavoro. L’accordo può essere a termine o a tempo indeterminato; in tale ultimo caso, il recesso può avvenire con un preavviso non inferiore a 30 giorni. In presenza di un giustificato motivo, ciascuno dei contraenti può recedere prima della scadenza del termine nel caso di accordo a tempo determinato, o senza preavviso nel caso di accordo a tempo indeterminato. La mancata promozione delle procedure per la stipulazione degli accordi costituisce condotta antisindacale.

3) il lavoratore, sia in modalità ordinaria, sia in modalità agile, è sempre titolare del diritto soggettivo alla disconnessione da intendersi come il diritto di estraniarsi dallo spazio digitale e di interromperne la connessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche in proprio possesso, senza che questo possa comportare effetti negativi di natura disciplinare o decurtazioni retributive. Il diritto di disconnessione è sempre opponibile al datore di lavoro durante il periodo di riposo.

4) il provvedimento inoltre istituisce un apposito Fondo e vengono istituiti: corsi di formazione e aggiornamento di livello operativo presso gli istituti secondari di secondo grado e gli istituti professionali; corsi di aggiornamento sull’innovazione tecnologica, presso enti e istituzioni di formazione.

5) alle imprese che effettuano, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, investimenti in strumenti informatici di ultima generazione, destinati ad agevolare le attività in modalità agile, viene riconosciuto un credito d’imposta nel limite di spesa di 30 milioni di euro per il triennio 2022-2024. Inoltre, al fine di promuovere il lavoro agile, dal 1 gennaio 2022, per i rapporti di lavoro eseguiti in modalità agile ai sensi dell’articolo 1, si applica la riduzione pari all’1% dei premi assicurativi a carico del datore di lavoro, dovuti all’INAIL.

6) il provvedimento istituisce il Fondo per la promozione del lavoro agile con una dotazione pari a 80 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022;

7)  il Ministero del lavoro e delle politiche sociali raccoglierà le buone prassi realizzate nell’ambito dell’attivazione del lavoro in modalità agile e ne diffonderà la conoscenza attraverso il proprio sito internet istituzionale. Mentre i datori di lavoro possono usufruire della consulenza di uno degli Innovation Manager iscritti all’Albo degli esperti in innovazione tecnologica istituito presso il Ministero dello sviluppo economico.

Per l’approfondimento del provvedimento: https://documenti.camera.it/Leg18/Dossier/Pdf/LA0238.Pdf

Lavoro Agile: qual è la situazione?

Prima della pandemia, i lavoratori italiani in smart working rappresentavano solo il 7% dei lavoratori, contro una media Europa del 17%. Durante le diverse fasi di lockdown, e in particolare la prima, ben 9 milioni di lavoratori hanno lavorato da remoto (dati INAPP).

A marzo 2021, un anno dopo il primo lockdown, l’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano ha stimato che siano stati 5,37 milioni gli smart worker italiani, di cui 1,95 milioni nelle grandi imprese, 830mila nelle PMI, 1,15 milioni nelle microimprese e 1,44 milioni nella pubblica amministrazione.

Chiaramente poi il numero ha iniziato progressivamente a diminuire fino a 4,71 milioni anche se lo smart Dworkin continua ad essere molto diffuso, con una media rispettivamente di 3 o 4 giorni a settimana.

Fra le grandi imprese che hanno definito o stanno definendo un progetto di smart working, il 40% afferma che il progetto non era presente prima dell’emergenza e che è stata la pandemia l’occasione per introdurlo, l’85% fra le Pubbliche Amministrazioni.

Quello che sorprende è l’impatto sulle prestazioni: lo smart working ha migliorato la vita e gli equilibri dei lavoratori, che a loro volta hanno migliorato le loro prestazioni. Questo vale per il 59% delle grandi imprese e il 30% delle Pubbliche Amministrazioni contro rispettivamente il 5% e il 16% che dichiarano un peggioramento. Più incerto e controverso l’impatto su tali prestazioni nelle PMI.

I benefici e le opportunità che derivano dallo smart working riguardano non solo le organizzazioni e i lavoratori, ma anche una maggiore sostenibilità sociale e ambientale. Secondo le grandi imprese, la sua applicazione su larga scala favorisce l’inclusione delle persone che vivono lontano dalla sede di lavoro (81%), dei genitori (79%) e di chi si prende cura di anziani e disabili (63%).

E’ forse scontato affermare che lavorare da casa consente anche di risparmiare tempo e risorse: parliamo di 123 ore l’anno e 1.450 euro in meno per ogni lavoratore che usa l’automobile per recarsi in ufficio, con una riduzione di emissioni per circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, pari all’anidride carbonica che potrebbero assorbire 51 milioni di alberi.

Migliora anche la fiducia e la capacità do delegare dei manager nei confronti dei propri collaboratori, e la loro autonomia.

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio PA, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, lo smart working è considerato un’opportunità per un’amministrazione efficiente e moderna dal 49% degli italiani e un rischio solo da uno su tre. Otto italiani su 10 considerano fondamentali gli investimenti nelle infrastrutture di rete per innovare il Paese; l’86% afferma che il governo dovrebbe investire nella formazione digitale dei dipendenti pubblici.