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Energia e rincari: un Fondo energetico europeo straordinario

Energia e rincari: un Fondo energetico europeo straordinario

 

Per aiutare gli italiani e il resto dell’Europa a far fronte ai rincari dell’energia, il Movimento 5 Stelle ormai da settimane sta chiedendo un impegno coraggioso da parte dell’Europa: l’istituzione di un Energy Recovery Fund, o Fondo energetico europeo straordinario.Il prossimo Consiglio europeo tornerà a riunirsi a Bruxelles il 24 e il 25 marzo e sarà l’occasione per affrontare anche questa questione (oltre alla guerra in Ucraina, la sicurezza e difesa, le questioni economiche legate in particolare al Semestre europeo e l’epidemia di COVID-19). Ma prima di questo summit, il premier Mario Draghi oggi comunicherà alla Camera e al Senato, si discuterà delle proposte e si voteranno le risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari.

Il tema del caro-energia è stato già affrontato al vertice di Versailles, in cui i leader dell’UE hanno convenuto di sganciarsi gradualmente ma comunque in tempi brevi dalla dipendenza dal gas, petrolio e carbone russi. In particolare, il Consiglio europeo dovrebbe discutere del persistere di prezzi elevati dell’energia e del relativo impatto sui cittadini e sulle imprese ed esaminerà la proposta della Commissione volta a garantire prezzi dell’energia accessibili e la sicurezza dell’approvvigionamento.I prezzi dell’energia, lo voglio ribadire, sono aumentati per due ragioni: prima per la forte domanda mondiale di gas nella ripresa economica post COVID-19 e dopo, dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha aggravato ulteriormente la crisi energetica.Dopo un primo pacchetto di misure, risalenti allo scorso ottobre, l’8 marzo la Commissione europea ha proposto il piano REPowerEU, una serie di misure ulteriori volte a rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e a ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno, rendendo così possibile ridurre di due terzi la domanda dell’UE di gas russo entro la fine dell’anno.Ma su quali concetti si basa REPowerEU?

  • Innanzitutto la diversificazione degli approvvigionamenti di gas da fornitori non russi e all’aumento dei volumi di produzione e di importazione di biometano e idrogeno rinnovabile. Una questione su cui il nostro Ministro degli Esteri è già a lavoro da settimane.
  • E poi una rapida riduzione dell’uso dei combustibili fossili nell’edilizia, anche abitativa, nell’industria e a livello di sistema energetico grazie a miglioramenti dell’efficienza energetica, all’aumento delle energie rinnovabili e all’elettrificazione e superando le strozzature infrastrutturali. In quest’ultimo caso, necessariamente si dovrà rivedere misure come il Superbonus 110% che abbiamo introdotto proprio a tal scopo e che purtroppo è stato limitato nelle sue funzioni. Per questo il M5S riproporrà tutti gli emendamenti stralciati dal Sostegni-ter e combatterà finché la misura, che ha reso l’Italia “locomotiva d’Europa” non verrà ripristinata.

Le misure previste dal piano REPowerEU si andrebbero a sommare alle proposte della Commissione previste nel pacchetto Fit for 55. Che cos’è? Si tratta di misure volte all’eliminazione graduale dell’utilizzo di almeno 155 mld di metri cubi di gas fossile, equivalenti al volume importato dalla Russia nel 2021. La Commissione stima che quasi due terzi di tale riduzione potrebbero essere conseguiti entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’UE da un unico fornitore.Il nodo centrale e prioritario sono però gli aiuti da mettere in campo per le imprese e i cittadini. Nessuno Stato, con le proprie risorse in bilancio, riuscirebbe mai a mitigare sufficientemente la situazione. Possiamo permetterci solo interventi a breve termine come quelli approntati dal Governo per ridurre le accise, ad esempio. Ma non è sufficiente. Per questo serve fissare con urgenza un tetto europeo per il prezzo del gas e l’istituzione di un Fondo energetico europeo straordinario. Solo così lo Stato potrà rispondere alle esigenze delle imprese e delle famiglie.

giorgiofede

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