Tutte le accise sul prezzo dei carburanti
E’ risaputo che le tasse applicate sui carburanti, in particolare su benzina e gasolio, rappresentano oltre il 50% del prezzo complessivo che noi consumatori paghiamo. In particolare, per il diesel Iva e accise pesano sul totale per il 51,8%, per la benzina verde salgono addirittura al 55,3%.
Questi dati sono stati messi a disposizione dal Mise e fanno riferimento alla settimana dal 28 febbraio al 6 marzo. La benzina costava alla stazione di servizio 1.953,14 euro, di cui: 0,73 euro sono accise (728,40 euro), 0,35 euro Iva (352,21 euro) e 0,87 euro era il costo netto del carburante (872,53 euro).
Sul gpl grava un minor peso delle accise sul totale, riducendo il prelievo fiscale al 35,3% del prezzo di vendita.
Secondo le rilevazioni dell’Unem, l’Unione energia per la mobilità, “si verifica una situazione paradossale di emergenza” per quanto riguarda il gasolio: il costo della materia prima è ”nettamente superiore al prezzo di vendita senza tasse’‘. Sulla benzina invece si registra un margine lordo di 0,045 euro e, spiega l’associazione, è l’unica voce su cui ”l’operatore può agire per modificare il prezzo alla pompa”.
L’Iva, imposta sul valore aggiunto, prevede un’aliquota del 22% sul prezzo mentre le accise sono un tributo che viene introdotto per affrontare una situazione di emergenza (come i conflitti) e quindi dovrebbero avere un tempo definito.
Peccato che in Italia l’emergenza venga superata ma la lunga lista di accise resti invariata. Oggi paghiamo ben 19 emergenze a partire dalla guerra d’Etiopia (1935-1936).
E nonostante siano passati 87 anni dall’introduzione del prelievo (e 86 dalla fine del conflitto), i consumatori oggi continuano a pagare 0,000981 euro su ogni litro di benzina. Ma in questo elenco non figurano solo conflitti. Ci sono disastri naturali, rinnovi di contratti, missioni Onu e gestione immigrati. L’utilizzo di questo strumento sembra aver preso piede soprattutto a partire dal nuovo millennio. A partire dal 2000 sono state introdotte 9 accise (quasi la metà del totale).
Ma vediamo più approfonditamente:
1) per il conflitto in Etiopia (1936) si applica un prelievo di
0,000981 euro;
2) per la crisi di Suez (1956) si applica un prelievo di 0,00723 euro;
3) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963) si applica
un prelievo di 0,00516 euro;
4) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966) si applica
un prelievo di 0,00516 euro;
5) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968) si applica
un prelievo di 0,00516 euro;
6) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (197) si applica
un prelievo di 0,0511 euro;
7) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980) si
applica un prelievo di 0,0387 euro;
8) per la missione Onu durante la guerra del Libano (1982) si applica
un prelievo di 0,106 euro;
9) per la missione Onu durante la guerra in Bosnia (1995) si applica
un prelievo di 0,0114 euro;
10) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004) si
applica un prelievo di 0,02 euro;
11) per l’acquisto di autobus ecologici (2005) si applica un prelievo
di 0,005 euro;
12) per l’emergenza terremoto in Abruzzo (2009) si applica un prelievo
di 0,0051 euro;
13) per il finanziamento alla cultura (2011) si applica un prelievo da
0,0071 a 0,0055 euro;
14) per la gestione immigrati dopo la crisi libica (2011) si applica
un prelievo di 0,04 euro;
15) per l’emergenza alluvione Liguria e Toscana (2011) si applica un
prelievo di 0,0089 euro;
16) per il decreto legge ‘Salva Italia’ (2011) si applica un prelievo
di 0,082 euro;
17) per l’emergenza terremoti dell’Emilia (2012) si applica un
prelievo di 0,024 euro;
18) per il finanziamento del ‘bonus gestori’ (2014) si applica un
prelievo di 0,005 euro;
19) per le spese del ‘decreto legge del fare’ (2014) si applica un
prelievo di 0,0024 euro.
Un elenco troppo lungo che è ora di snellire. Oltre a questo, come ha anche affermato il presidente Conte
è necessario lavorare sugli extraprofitti delle major del petrolio: istituire un fondo di solidarietà per famiglie e imprese ci pare il minimo. Inoltre ci aspettiamo che il premier Draghi inizi seriamente a ragionare sulla necessità di uno scostamento di bilancio: abbiamo intere filiere al palo a causa dell’escalation incontrollata del costo dell’energia.
Questi rincari, oltre ad essere ingiustificati, stanno terribilmente pesando sulle tasche degli italiani. Cittadini e imprese già in estrema difficoltà a causa di due anni di pandemia.
Per questo il Governo deve intervenire subito approntando tutte le misure necessarie per calmierare i costi del carburante, anche bloccando IVA e le accise. Soprattuto si prenda in considerazione un nuovo scostamento di bilancio.