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Violenza di genere: più dell’80% delle vittime non denuncia

Violenza di genere: più dell’80% delle vittime non denuncia

Fra pochi giorni sarà l’8 marzo, data in cui da oltre un secolo celebriamo le donne. Celebriamo un essere speciale, le proprie conquiste economiche, sociali, politiche e culturali. Ma celebriamo anche le battaglie che dobbiamo continuare tutti a condurre con e per le donne. 

Battaglie come quella per la parità di genere e per dire no alla violenza operata sulle donne. Un tema che mi è molto caro, così come lo è a tutto il Movimento 5 Stelle che ha introdotto la legge 69 del 19 luglio 2019: il Codice Rosso, volto alla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. 

L’abbiamo chiamata così per richiamare il termine ospedaliero per indicare un’urgenza non differibile, un caso in cui è in gioco la vita o la morte di una persona. 

Ed effettivamente la violenza di genere è proprio questo: un’emergenza quotidiana, che ogni giorno colpisce e fa delle vittime. 

A proposito di questo tema, indicativo è lo studio condotto da Eurispes nel Rapporto Italia 2021 che dedica un capitolo allo stalking in particolare. Si tratta di un comportamento che condiziona fortemente la vita della vittima e il più delle volte rappresenta il campanello d’allarme di comportamenti ossessivi o di volontà omicida.

È stato chiesto agli intervistati se fosse loro mai capitato di essere vittime di stalking, o di essere stati perseguitati da una persona. Il 9,3% del campione ha risposto affermativamente, ovvero quasi 1 su 10 ha subito tale reato. Confrontando i dati del 2021 con gli anni precedenti osserviamo che il fenomeno dello stalking è cresciuto dell’1,4% rispetto al 2020.

Stando allo studio di Eurispes, le vittime per lo più rientrano nella fascia d’età 18-24 anni e sono per lo più di genere femminile.

Aumenta in maniera significativa la percentuale di donne vittime di stalking: sono il 14%, un dato che fa riflettere se confrontato con l’8,9% rilevato del 2020. Le vittime di sesso maschile diminuiscono: sono il 4,5% in diminuzione del 2,3% rispetto al 2020. 

Altro dato che fa riflettere è quello relativo alla nazionalità delle vittime. “Solo” il 9% è italiana mentre il 15,8% è nata in un altro paese.

Ma chi sono i persecutori: ex partner, un conoscente, un/a amico/a, il partner o un/a collega finanche un parente.

Da ciò si comprende come mai siano davvero poche, in rapporto, le vittime che decidono di denunciare rispetto a quelle che tentano di risolvere la situazione senza fare nulla o comunque in maniera autonoma.

Solo il 13,7% delle vittime denuncia, lasciando un margine dell’86,3% di reati ai quali non segue una denuncia formale alle autorità: questo dato racconta che per ogni caso registrato esiste un sommerso enormi che sfugge alle rilevazioni ufficiali. Un dato preoccupante e pericoloso che dovrebbe rimodulare le campagne di informazione sul reato dello stalking per creare una cultura condivisa della denuncia come prima opzione della vittima.

Questi dati mi hanno indotto a fare un approfondimento sul Codice Rosso che è composto da 21 articoli e prevede degli inasprimenti di pena e l’introduzione di nuovi reati.

  • Per la violenza sessuale dapprima erano previsti un minimo di 5 anni e un massimo di 10. Ora passa da 6 a 12 anni, e la violenza sessuale di gruppo passa a un minimo di 8 e un massimo di 14.
  • Per il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi è stata innalzata la pena da un minimo di 3 a un massimo di 7 anni;
  • Per il reato di stalking è previsto un minimo di un anno e un massimo di 6 anni e 6 mesi;

Un’altra novità del Codice Rosso è il tempo che viene concesso alle vittime di violenza per sporgere denuncia: non più sei mesi ma un anno e il minore viene sempre considerato vittima, sia qualora subisca violenza sia qualora assista ad una forma di violenza.

Quattro nuovi reati invece sono stati inseriti nel codice penale:

  • il Revenge Porn, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate. Viene punito con la reclusione da uno a 6 anni ed è prevista una multa da 5mila a 15mila euro. E’ prevista l’aggravante se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva o per mezzo di strumenti informatici.
  • La deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. E’ prevista la reclusione da otto a 14 anni. Se, con tale condotta, si provoca la morte della vittima, la pena prevista è l’ergastolo;
  • Costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Quando il reato è commesso a danno di minori il reato è aggravato e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia;
  • Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Chiunque violi gli obblighi o i divieti prescritti dal provvedimento che applica le misure cautelari sopra menzionate, è sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni.

 

 

giorgiofede

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