Sistema giudiziario, tempi troppo lunghi: ecco alcune soluzioni
La riforma del sistema giudiziario è una delle priorità del Governo per la messa a punto del Recovery Plan. I tempi troppo lunghi, abnormi per la verità, della nostra giustizia hanno assunto infatti un carattere di emergenza e l’Ue, in tal senso, ci ha richiamati ad un maggior rigore.
Secondo il Rapporto Eurispes 2021, che paragona l’attuale situazione con i risultati di una indagine condotta congiuntamente alle Camere Penali nel 2008, i dati sono inquietanti:
Sono stati presi in esame 32 tribunali sul territorio nazionale e sono stati monitorati 13.755 processi. […] Dei processi penali monitorati in primo grado solo il 20,5% arriva a sentenza. Nel 78,9% dei casi, il procedimento termina con il rinvio ad altra udienza. E la durata media del rinvio si attesta intorno ai cinque mesi per i procedimenti in aula monocratica e quattro mesi per quelli davanti al tribunale collegiale. Rispetto al 2008, la ricerca evidenzia un aumento della percentuale dei rinvii ad altra udienza (+9,6%). […] Per quanto concerne i procedimenti terminati in sentenza, le assoluzioni rappresentano poco meno del 30%: E di questi, il 4% è rappresentato da assoluzioni ex Art. 131 bis c.p. (non punibilità per particolare tenuità del fatto). Le condanne incidono per il 43,7% delle sentenze; percentuale nettamente più bassa di quella rilevata nel 2008 (60,6%). Al contrario, risulta molto più elevata la quota relativa all’estinzione del reato: 26,5%, a fronte del 14,9% del 2008.
Sempre secondo la ricerca di Eurispes, l’estinzione del reato per prescrizione incide per il 10% e risulta peggiorata la situazione relativa ai tempi di rinvio ad altra udienza. Se nel 2008 in media erano 139 giorni, ora per i procedimenti in Aula monocratica siamo a 154 giorni. Si passa invece da 117 giorni a 129 giorni per quelli davanti al Tribunale Collegiale.
Ho voluto condividere con voi lettori questi dati che ritengo allarmanti, per far comprendere come sia fondamentale, per ridare nuova linfa al sistema giudiziario (che è uno dei punti del Recovery Plan peraltro), mettere mano ad alcuni aspetti organizzativi e di gestione.
Nel DL Pnrr ad esempio, è stato previsto un rafforzamento organizzativo in materia di Giustizia: la norma interviene sull’organizzazione del Ministero della Giustizia, prevedendo in particolare l’istituzione di una struttura dipartimentale per l’innovazione tecnologica e il monitoraggio dei servizi connessi all’amministrazione della giustizia, allo scopo di incrementare l’efficacia e l’efficienza dei singoli uffici del Ministero della giustizia, implementando il processo di riforma e di innovazione tecnologica, nonché il monitoraggio.
Si prevede, inoltre, la creazione di nuovi posti dirigenziali. In particolare, nel corso dell’esame in Commissione, si è istituito – con decorrenza non anteriore al 1° luglio 2022 – presso il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, un ufficio di livello dirigenziale per l’acquisizione di beni, di servizi e di lavori, con funzioni di programmazione e di coordinamento. La disposizione incrementa quindi di una unità, la pianta organica dei dirigenti di II fascia della carriera amministrativa del medesimo Dipartimento.
Si disciplinano, inoltre, le procedure per l’adozione del regolamento di organizzazione del Ministero; lo scorrimento di graduatorie o nuove procedure concorsuali finalizzate al reclutamento di personale a tempo determinato da destinare all’ufficio del processo amministrativo.
In merito all’abbattimento degli arretrati e alla riduzione dei tempi di definizione dei procedimenti è previsto che i capi degli uffici giudiziari, entro il 31 gennaio di ogni anno, debbano redigere un programma per la gestione anche dei procedimenti penali pendenti, determinando i criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti pendenti, sulla base delle disposizioni di legge e delle linee guida elaborate dal Consiglio superiore della magistratura. Viene, pertanto, esteso il campo di applicazione del programma anche ai procedimenti penali.
Abbiamo anche introdotto specifici obblighi di formazione (ogni anno, almeno 2 corsi organizzati dalla Scuola superiore della magistratura) per i magistrati ordinari che si occupano di procedure concorsuali, che assumono rilievo anche ai fini delle verifiche di professionalità e dei trasferimenti. La disposizione realizza un obiettivo del PNRR, per una gestione più efficiente di tutte le fasi del processo esecutivo, anche tramite la formazione e la specializzazione del personale giudiziario e amministrativo, per il quale è prevista la scadenza del dicembre 2021.