Taglio e semplificazione Irpef: a beneficiarne il ceto medio ma non solo
Il Governo ha messo in campo un intervento strutturale volto al taglio e alla semplificazione dell’Irpef grazie al quale, dopo tanto tempo, possiamo ridisegnare il sistema delle aliquote. All’intervento sono destinati 7 degli 8 miliardi complessivamente dedicati dalla legge di bilancio alla diminuzione delle tasse.
Oltre alla diminuzione delle aliquote, che scenderanno da 5 a 4, con la riforma si taglia dal 27 al 25% e dal 38 al 35% le aliquote intermedie, quelle che più avevano penalizzato negli anni il ceto medio-basso. Ma allo stesso tempo l’intervento aumenta le detrazioni base di tutti e riconosce, al momento per il solo 2022, una decontribuzione per i contribuenti delle fasce più basse che dichiarano fino a 35mila euro. Questo sgravio interesserà ben 19 milioni di contribuenti.
Aumenta anche la no tax area dei pensionati (da 8.125 a 8.500 euro) e dei lavoratori autonomi (da 4.800 a 5.500).
Chiaramente a beneficiare maggiormente di questi interventi sarà il ceto medio ma ci saranno ottimi vantaggi anche per le fasce con un reddito più basso per le quali, però, ci sono anche altre misure, come il taglio del cuneo del Governo Conte II: un bonus di 80 euro aumentato a 100 per chi avesse un reddito fra 8mila e 26mila euro lordi, uno sgravio di 100 euro al mese per i redditi da 26mila a 28mila euro, uno sgravio da 100 euro al mese a scalare dai 28mila ai 40mila.
Vale la pena anche ricordare la combinazione di no tax area e detrazioni per lavoro dipendente grazie alla quale, chi ha un reddito inferiore a 15mila euro paga poche decine di euro di Irpef al mese. In particolare da 0 a 15mila euro lordi annui abbiamo il 44% dei contribuenti che paga solo il 2,3% di tutta l’Irpef.
E proprio per questo abbiamo voluto dare un segnale concreto al ceto medio.
Secondo le simulazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze emerge chiaramente che con la riforma dell’Irpef, insieme alla decontribuzione fino a 35mila euro e l’assegno unico, a risparmiare maggiormente, in percentuale, saranno proprio i redditi più bassi. Inoltre, emerge che combinando il taglio del cuneo operato dal Conte II e l’attuale intervento, porteranno effetti benefici soprattutto a questa fascia di contribuenti.