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Archivia Gennaio 2022

Le nostre misure per il settore del turismo

Il turismo è stato il comparto più duramente colpito dalla pandemia e per questo il Governo ha previsto alcune misure specifiche.

Siamo ad esempio soddisfatti del credito di imposta all’80% per le strutture turistiche a favore dell’incremento dell’efficienza energetica, a favore della riqualificazione antisismica, a vantaggio dell’eliminazione delle barriere architettoniche, della realizzazione delle piscine termali e della digitalizzazione. 

 

 

Ma non ci fermiamo qui. Nel Recovery Plan sono svariate le misure che abbiamo inserito. 

Si aggiunge infatti un contributo a fondo perduto non superiore al 50% delle spese sostenute fino a 40mila euro che può aumentare fino a 100 mila euro.

L’articolo 2 del decreto istituisce poi, nell’ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, una “Sezione Speciale Turismo”, per la concessione di garanzie sui finanziamenti erogati, fra gli altri, ai giovani fino a 35 anni di età che intendono avviare un’attività nel settore turistico. 

L’articolo 3 prevede un Fondo per la concessione di contributi diretti alla spesa per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 10 milioni di euro realizzati entro il 31 dicembre 2025. Il contributo è concedibile nella misura massima del 35% delle spese e dei costi ammissibili.

L’articolo 4 prevede, fino al 31 dicembre 2024, un credito d’imposta del 50% dei costi sostenuti, utilizzabile in compensazione dall’anno successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati e fino ad un importo massimo complessivo cumulato di 25mila euro, per investimenti e attività di sviluppo digitale. Nello specifico, per impianti wi-fi; siti web ottimizzati per il sistema mobile; programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti; spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici sui siti e piattaforme informatiche specializzate; servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale e altro ancora. Di questa misura potranno godere  le agenzie di viaggio e i tour operator. Anche in questo caso, il credito può essere ceduto, in tutto o in parte, ad altri soggetti terzi, comprese le banche e gli altri intermediari finanziari. Destinatari della misura sono le agenzie di viaggio e i tour operator. 

C’è infine la sezione “Fondo per il turismo sostenibile” con una dotazione di 500 milioni di euro per l’attuazione della linea progettuale Sviluppo e resilienza delle imprese del settore turistico, destinando tra gli altri il 50% ad interventi a supporto degli investimenti di riqualificazione energetica relative al settore turistico.

 

 

Giornata della Memoria: scegliamo il bene, la vita, la speranza.

“Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di coloro i quali compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza fare nulla”. È per questo che oggi celebriamo il Giorno della Memoria: perché la storia ci ricordi quanto orrore, quanto dolore, ha provocato il fanatismo affinché non si ripeta. Eppure la storia non è sufficiente. Basta guardarsi intorno per osservare quanto, ancora oggi, il fanatismo provochi sofferenza, laddove vi sono popoli stretti nella morsa delle dittature. I nazisti non iniziarono da un giorno all’altro a costruire forni crematori e campi di concentramento, queste pratiche aberranti furono “solo” la punta dell’iceberg di un “mostro” ancor più pericoloso: l’odio. Odio ingiustificato, latente, che si è insidiato negli animi ed è sfociato poi nell’Olocausto. La Giornata della Memoria quindi, non ha solo lo scopo di ricordare 15 milioni di innocenti spogliati di ogni forma di dignità, deportati, uccisi barbaramente da popoli che si sentivano superiori. Oggi e ogni giorno dell’anno, dobbiamo ricordare che l’odio è ancora fra noi, silente e subdolo: verso gli immigrati, gli stranieri, quelli che abbiamo la presunzione di definire diversi. Diversi da cosa, poi? Da chi? Qual è il metro di paragone?

“Siamo stati costretti a ricordarci di essere ebrei incarcerati in casa, privi di diritti, con migliaia di doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo essere coraggiosi e forti, prenderci tutte le grane senza lamentarci, dobbiamo fare quello che possiamo e avere fiducia in Dio. Prima o poi questa terribile guerra finirà e torneremo essere uomini e non soltanto ebrei!”

Le parole di Anna Franck sono un monito che, oggi e sempre, deve ricordarci che solo un punto di vista miope si sofferma sulle diversità senza considerare la cosa più importante: ovvero che apparteniamo tutti alla specie umana. Talvolta ciò che le cronache ci raccontano non è rassicurante, basti pensare agli atti di bullismo, alle discriminazioni verso gli Lgtbq, all’odio che viene riversato su chi fugge dalla guerra e dalla sofferenza cercando un rifugio nel nostro Paese e alle vite umane perse in mare. Basti pensare al pregiudizio e alla facilità con la quale siamo pronti a puntare il dito contro qualcuno. Iniziamo a vivere la Giornata della Memoria ogni giorno dell’anno, ricordandoci di scegliere il bene, la vita, la speranza. Sempre.

“Ecco che cosa è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace”. (Anna Franck)

AREA VASTA 5 E INDENNITA’ DEL PERSONALE: BASTA GIOCARE SULLA PELLE DI CHI IN SILENZIO STA LAVORANDO CON ABNEGAZIONE

Nelle scorse settimane migliaia di infermieriOss e tecnici della provincia di Ascoli Piceno hanno saputo che avrebbero subito un taglio di 200 euro nella busta paga di gennaio e di 500 in quella di febbraio. Sconcertante.

Ho seguito, in questi giorni, la preoccupante e imbarazzante situazione che riguarda il personale infermieristico dell’Area Vasta 5. Qualcuno li ha definiti “eroi usa e getta” e purtroppo la sensazione è proprio quella.

È dal 1995 che si continuano ad ignorare le situazioni economiche e le dotazioni organiche e strutturali della sanità del Piceno, da troppi anni ormai penalizzata benché rappresenti un servizio primario per il nostro territorio. Tra sgarbi, dimenticanze e negligenze varie, siamo diventati mano a mano la cenerentola delle Marche, con una politica locale-regionale più impegnata a perpetrare battaglie di potere e di campanile sulla sanità piuttosto che a lavorare per migliorare e garantire quei servizi che pazienti ed operatori meritano. Purtroppo si è sempre proceduto con interpretazioni restrittive delle norme da parte dei dirigenti dell’epoca delle ex Z.T. n. 12 e n. 13, volte esclusivamente al contenimento della spesa del personale, senza sviluppare un reale progetto di razionalizzazione ed efficientamento dei servizi, con la politica silente o addirittura attiva nel peggiorare la situazione.

Tutto questo sfocia, oggi, in una situazione inaccettabile, con il fondo dall’art. 80 del CCNL del 21/05/2018 assolutamente insufficiente per liquidare le indennità per turnazioni, lavoro festivo, notturno, notturno festivo e quant’altro.

L’attuale situazione pandemica ha poi dato il colpo di grazia alla nostra sanità, avendo comportato in molti casi una maggiore turnazione del personale e l’erogazione di ulteriori indennità che hanno aggravato ulteriormente una situazione di per se già fortemente compromessa. Chiunque abbia un po’ di buonsenso, proprio mentre il personale sta lavorando con abnegazione da oltre due anni, combattendo e rischiando in corsia per curare anche noi, i nostri familiari ed amici, immaginerebbe la necessità di compiere uno sforzo volto a supportare e premiare questo impegno. Invece bisogna assistere alla proposta della direzione sanitaria e della Giunta regionale del taglio alle dovute indennità. Personalmente sono rimasto basito del fatto che il personale infermieristico sia dovuto ricorrere alla minaccia di uno stato di agitazione perché l’Asur e l’Av5 ragionassero, seppur con un ritardo di 1.800 giorni. Mi auguro che questo problema venga risolto e che la sanità Picena possa trovare nuovo slancio con una decisa discontinuità che si attende da troppi anni.

Imprese, il numero cresce: tira il terziario

“Imprese, il numero cresce: tira il terziario”. Titolava così, ieri mattina, Il Resto del Carlino edizione regionale. Una notizia interessante, forse in controtendenza con quanto fino a oggi ci è stato raccontato. La fonte è la Camera di Commercio delle Marche, che ha tirato una linea sull’annata 2021 e fornito tutti i dati, provincia per provincia.

Secondo il quotidiano marchigiano, le iscrizioni di nuove imprese, lo scorso anno, hanno segnato un +22,8% rispetto al 2020, con 839 aziende in più (in totale 8.289).

“Segno positivo per tutte le Province: Macerata (+0,76%), Pesaro-Urbino (+0,73), Fermo (+0,44), Ascoli (+0,37) e Ancona (+0,19). Sono le società di capitale a rendere positivo il tasso di crescita annuale grazie a 2.372 iscrizioni. […] A crescere è il terziario: attività professionali, scientifiche e tecniche (+249), attività immobiliari (+236), servizi alle imprese (+195), alloggio e ristorazione (+134), servizi di informazione e comunicazione (+89), attività finanziarie e assicurative (+70), altre attività di servizi (+69), attività artistiche, sportive e di intrattenimento, istruzione (+27), costruzioni+292, sanità e assistenza sociale e fornitura di energia elettrica. Saldi negativi: commercio (-265), trasporto e magazzinaggio (-72), agricoltura, silvicoltura e pesca (-122), attività manifatturiere (-116)”.

Dati che ci rassicurano sul lavoro che noi del Movimento 5 Stelle stiamo portando avanti al Governo, con incentivi e tante forme di sostegno. Certamente si può sempre fare di più e meglio ma crediamo che questi numeri, ancor più che le parole e soprattutto al netto di una pandemia che ci ha messo in seria difficoltà, possano essere la conferma che il nostro metodo porta positivi risultati.

Grazie al Superbonus i cantieri triplicano

Alcuni giorni fa il quotidiano locale Corriere Adriatico, nella pagina dedicata a San Benedetto del Tronto, la mia città d’origine e di residenza, titolava così: “Effetto Superbonus, triplicano i cantieri sulla costa”.

Sono stato colto da un moto di orgoglio dato che questa misura fu introdotta per la prima volta dal Governo di Giuseppe Conte e che, nell’ultima legge di bilancio, è stata confermata grazie all’impegno del Movimento 5 Stelle.

Secondo il quotidiano marchigiano, “soltanto negli ultimi tre mesi, in Comune sono arrivate ben 130 richieste d’occupazione di suolo pubblico, nell’ambito di cantieri per interventi su case e palazzi vari. Un genere di pratiche letteralmente schizzato alle stelle dopo il varo, da parte del Governo centrale, di tutta una serie di incentivi e di bonus verso questo specifico settore, in particolare sul fronte della manutenzione e dell’efficientamento energetico. L’impatto di tali provvedimenti – si legge ancora – è lampante se si prende a paragone un secondo dato. Durante un intero anno precedente alla raffica di sostegni economici voluti da Roma, al Comune di San Benedetto arrivavano, in media, meno di 300 richieste d’occupazione per lo stesso genere di lavori”.

Lavori edili Superbonus

Lungo la costa Picena i lavori edili sono triplicati grazie al Superbonus

Insomma, un successo che viene confermato non solo su scala internazionale, come vi raccontavo in questo articolo di qualche settimana fa, ma anche nella dimensione più locale.

E’ innegabile quindi l’attenzione del Movimento 5 Stelle verso un bene tanto prezioso come quello della casa. Il Superbonus serve a migliorarle, a renderle più efficienti dal punto di vista energetico e, di conseguenza, ad aumentarne il valore (unitamente ad altre misure che abbiamo inserito nella Legge di Bilancio).

E quindi voglio ribadire che è solo grazie a noi se il Superbonus 110% è stato prorogato integralmente fino al 2023 su condomìni ed ex Iacp (case popolari). Ma c’è di più: la proroga è stata confermata fino al 2025 con un meccanismo di decalage: 70% nel 2024, 65% nel 2025.

In particolare, grazie alla nostra perseveranza abbiamo anche introdotto numerosissime migliorie. Volete un esempio?

  • Abbiamo garantito l’estensione al 2022 del Superbonus sulle case unifamiliari cancellando i precedenti riferimenti a tetti Isee, a limitazioni all’abitazione principale e a termini di comunicazione Cila, prevedendo solo uno stato di avanzamento lavori del 30% al 30 giugno 2022 
  • Abbiamo ricompreso nella proroga dei lavori trainanti anche i lavori trainati 
  • Abbiamo ottenuto la proroga a tutto il 2025 del Superbonus nelle aree colpite da eventi sismici a partire dal 2009 
  • Abbiamo prorogato il Superbonus per gli impianti fotovoltaici e le colonnine di ricarica e introdotto un’agevolazione importante per le opere di abbattimento delle barriere architettoniche 
  • Abbiamo ricompreso le spese delle nuove asseverazioni nel perimetro dei vari bonus edilizi 
  • Abbiamo previsto che il decreto antifrode, pur virtuoso negli obiettivi, non trovi applicazione per gli interventi in edilizia libera sotto i 10 mila euro
  • Abbiamo individuato il prezziario cosiddetto “Dei” come parametro generale di riferimento per le asseverazioni lavori
  • Viene prevista l’estensione del Superbonus agli edifici con teleriscaldamento 
  • Viene prevista l’estensione del Superbonus a Onlus e Rsa

Si tratta di un corposo pacchetto di interventi che garantisce al Superbonus l’ampiezza che merita per continuare a sprigionare il suo potenziale in termini di crescita del Pil, generazione di posti di lavoro, apertura dei cantieri e risparmio energetico.

 

 

Le risorse per mitigare la solitudine degli studenti disabili

Le principali vittime di questa pandemia, lo sappiamo bene, sono i bambini e i giovani che hanno dovuto rinunciare alla loro socialità e questo avrà ripercussioni nelle loro vite e nel loro futuro. 

In tutto questo però, c’è una categoria particolare, quella degli studenti disabili, che ha dovuto pagare un prezzo ancora maggiore: gli studenti con disabilità.

La pandemia ci ha costretti ad attingere ad una enorme quantità di risorse interiori, per riuscire a trovare il coraggio di andare avanti nonostante l’incertezza, l’ignoto che ci ha travolto ed è indubbio che questa situazione abbia colpito ancor di più i bambini e i ragazzi in condizioni di fragilità e con Bisogni Educativi Speciali.

Il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes ha affrontato questa tematica in una delle sue schede:

Il lockdown, l’improvviso stravolgimento della quotidianità, delle sue routines, hanno generato giorni carichi di tensione, di ansia, di paura per tutti e, nelle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità, tali vissuti emotivi sono stati particolarmente difficili da gestire.

Sempre secondo i dati forniti da Eurispes, “nell’anno scolastico 2017-2018 gli alunni con disabilità erano 234.658, pari al 3,1% del totale degli studenti. Nel successivo anno scolastico vi è stato un incremento degli studenti, pari a 7.682.635 ed un aumento anche degli alunni con disabilità: 245.723, corrispondenti al 3,2% del totale. Nell’anno scolastico 2019-2020 il numero degli studenti ha subito una leggera flessione, scendendo a 7.599.259 mentre quello degli alunni con disabilità è ulteriormente cresciuto: 259.757, pari al 3,4% del totale”. E veniamo ora all’anno del lockdown: gli alunni con disabilità iscritti alla scuola dell’Infanzia sono stati 22.302, quelli alla scuola Primaria 95.393, mentre i frequentanti la Scuola Secondaria di 1 grado 69.021 e alla Secondaria di 2 grado 73.041.

A mettere in crisi le famiglie e questi bambini sicuramente la Dad che, interrompendo le attività in presenza, ha accentuato l’isolamento. I genitori hanno dovuto riorganizzare, letteralmente, le loro vite ma anche la loro sfera emotiva e psicologica.

Secondo i dati il livello di partecipazione degli alunni con disabilità durante lo scorso anno scolastico, in seguito alla chiusura delle scuole, è diminuito del 23%.

Un dato sconcertante e le cause sono diverse: sempre secondo Eurispes, nel 27% dei casi sono per la gravità della patologia, nel 20% per le difficoltà familiari a collaborare, nel 17% per il disagio socio-economico, nel 6% per la difficoltà di adattare il Piano Educativo Individualizzato alla Dad, nel 6 % per l’indisponibilità di strumenti tecnologici e, infine, nel 3% per la mancanza di ausili specifici.

Ed ecco allora che per loro, in legge di bilancio, prevediamo una quota crescente di risorse (dai 30 milioni di euro per l’anno 2022 ai 120 milioni di euro annui a partire dal 2027) che saranno destinate al trasporto degli alunni disabili che frequentano la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado. 

Potenziamo la misura che prevede la figura dell’assistente all’autonomia e di quello alla comunicazione, finanziata con un Fondo denominato Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli alunni con disabilità, avente una dotazione di 100 milioni di euro a decorrere dal 2022. Prevediamo 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per favorire l’inclusione a scuola degli alunni con disabilità.

 

 

Altre novità di natura fiscale

Al centro della nostra azione politica, oltre ai privati cittadini, ci sono ovviamente anche le piccole e medie imprese per le quali abbiamo pensato a due soluzioni per venire incontro alle loro difficoltà.

La prima è la decisione di prorogare, per un triennio, il piano  e di rifinanziare il fondo centrale di garanzia per le PMI.

Cos’è il piano Transizione 4.0? E’ il riconoscimento dei crediti d’imposta alle imprese per investimenti in tecnologia, formazione, green, anche se con qualche aliquota ridotta. La proroga triennale del pacchetto, da noi implementato durante il Governo Conte II, è fondamentale per dare certezze e giusti tempi di pianificazione alle imprese, requisiti indispensabili a consolidare la poderosa crescita di cui l’Italia sta godendo. 

Abbiamo poi rifinanziato il Fondo centrale di garanzia per le pmi, che durante la pandemia tanta importanza ha avuto nel garantire i prestiti alle imprese (da poco abbiamo superato i 200 miliardi di finanziamenti garantiti). Proroghiamo al 30 giugno 2022 l’operatività dell’intervento straordinario in garanzia del Fondo per sostenere la liquidità delle imprese colpite dall’emergenza Covid. In questa direzione la dotazione del Fondo viene incrementata di 520 milioni di euro per il 2024, di 1,7 miliardi di euro per il 2025, di 650 milioni per il 2026 e di 130 milioni di euro per il 2027.

Donne in Afghanistan: “Lo studio è il vero vaccino, manteniamo alta l’attenzione”

“L’Italia di fronte alla sfida della crisi afghana: proteggere la libertà accademica attraverso l’accoglienza”.
Questo è il titolo dell’assemblea a cui ho partecipato stamattina, 14 gennaio, organizzata dalla rete SAR (Scholars at Risk) e dalla Sapienza.
SAR Italia, di cui Sapienza fa parte, è una rete di Atenei, istituti di ricerca e associazioni scientifiche che operano in Italia dal 2019 portando avanti progetti di protezione e advocacy in supporto di studiose e studiosi a rischio, e attività di formazione sul tema della libertà accademica.
L’assemblea voleva rappresentare un momento di riflessione e dialogo sull’attuale crisi in Afghanistan, promuovere la conoscenza dei programmi di protezione nazionali attualmente in corso in altri Paesi europei e lavorare per sviluppare un piano nazionale di borse di ricerca dedicate a studiose e studiosi che, a causa di conflitti e regimi autoritari, sono costretti ad abbandonare il proprio Paese.
Come Presidente della Commissione Diritti Umani, ho sentito il dovere di partecipare per dare un segnale di vicinanza ad un popolo che ci ha accolti e ci ha seguiti per 20 anni e anche per raccontare il lavoro che stiamo facendo in Commissione.

È infatti necessario tenere alta attenzione sulle vicende che accadono in Afghanistan dove si fa sempre più preoccupante la situazione delle donne, dei giovani e degli studenti la cui dignità è continuamente insidiata e minacciata dai Talebani.

Per questo, con la Commissione, abbiamo:

  1. istituito un Osservatorio proprio sui diritti delle donne in Afghanistan, di cui fanno parte tutte le senatrici rappresentate in Commissione dei vari partiti. Abbiamo sentito sul tema, nel corso di varie audizioni, il Sottosegretario Della Vedova, e i rappresentanti di UNHCR e di Pangea e intendiamo portare avanti delle audizioni periodiche sul tema.
  2. Abbiamo inoltre promosso, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, una staffetta di solidarietà pubblica tra le parlamentari italiane per le donne in Afghanistan, avviata a partire dal 1 gennaio 2022. Si tratta di una iniziativa che vuole richiamare l’attenzione sulla situazione in atto, che porterà senatrici e deputate di tutti gli schieramenti ad alternarsi ogni giorno con un tweet, un post sui social o un intervento di fine seduta in Aula sulla situazione delle donne in Afghanistan. Devo dire che l’adesione è stata immediata e partecipata, e primo fra tutti, ha aderito naturalmente l’Intergruppo del Senato per i diritti delle donne in Afghanistan con la Sen. Pinotti
  3. Lo scorso settembre come Commissione diritti umani, con una mozione trasversale, abbiamo sollecitato il governo a porre in atto tutte le iniziative possibili, d’intesa con la comunità internazionale, per esercitare una reale pressione sul Governo afgano, a partire dall’istituzione di una commissione di monitoraggio indipendente in accordo con il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, al fine di tutelare il futuro delle donne nel Paese. Anche grazie all’impegno italiano, è stata inoltre richiesta, in sede europea, l’istituzione di una Commissione internazionale di monitoraggio sui diritti umani libera di girare per il Paese e verificare sul campo le condizioni reali. Il 7 ottobre, peraltro, l’Unione europea ha ottenuto di avere, in seno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, un relatore speciale sull’Afghanistan incaricato di garantire un monitoraggio continuo. Segnali importanti che dimostrano come che la comunità internazionale segua con attenzione quanto sta accadendo e pretenda il rispetto dei diritti fondamentali.
  4. Nel frattempo, io ho personalmente incontrato l’Ambasciatore del Pakistan, paese che ricopre un ruolo cruciale in quanto paese confinante dell’Afghanistan che ospita molti rifugiati. Nel mese di agosto ci siamo mossi per la prima atleta paralimpica afghana Zakia Khudadadi, a cui era stata impedita la partecipazione ai Giochi di Tokyo, e qualche mese fa abbiamo espresso la nostra ferma condanna per l’uccisione dell’attivista Frozan Safi.

Ma qual’è oggi la situazione in Afghanistan?

Chiaramente è molto complessa, addirittura peggiore delle notizie, pur drammatiche, che ci giungono. Soprattutto per le donne, private di tanti, se non tutti, i diritti basilari a cominciare dall’istruzione. 

A 5 mesi dalla caduta di Kabul, le donne – il 50 per cento della popolazione – sono disoccupate e confinate a casa. Tante vivono ora in una situazione di povertà estrema, di frustrazione e di incertezza. 

Niente scuola, niente lavoro: per le ragazze e le donne afghane la vita nel loro paese si fa sempre più difficile. Un paese in cui le donne sono private della dell’istruzione o del lavoro, non potendo contribuire al suo futuro, è un paese senza futuro.

Man mano assistiamo ad un paese che velocemente sta tornando a misure molto simili a quelle che avevano caratterizzato il primo regime talebano, tra 1996 e 2001, pur con tutte le differenze. A scapito delle donne.

Tanta attenzione, giustamente, è stata dedicata anche oggi al tema dell’istruzione: un diritto fondamentale ed è per questo che il network SAR è fondamentale per tenere accesi i riflettori su questa condizione che affligge le donne ed è necessario supportarlo fermamente. 

Se parliamo di educazione, come non ricordare Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana, e la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione che aveva deciso di
documentare le violazioni del regime dei talebani pakistani, cadendo per questo vittima di un attentato. Le sue parole:

“Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti”.

La conoscenza è la vera cura, credo che oggi molti ragazzi occidentali, a causa della pandemia, abbiano vissuto una circostanza a cui non erano abituati e abbiano capito, forse in parte, ciò che può provare un giovane, uno studente, un docente, che ha investito 20 anni della sua vita nell’istruzione e a cui oggi viene negata questo diritto oltre che la libertà.

Ogni giorno dobbiamo ricordare che l’unico vero vaccino per il genere umano è lo studio, la formazione. Certo,  noi non abbiamo vissuto nulla neppure lontanamente paragonabile a quanto sta accadendo in Afghanistan. Sappiamo che da questa situazione di lockdown, quarantena, scuola a distanza, usciremo, sappiamo che è dettata da una condizione sanitaria, e che esiste un vaccino che ci dà una speranza per il futuro.

Queste donne, queste bambine, questi cittadini, non hanno un vaccino. Per loro il vaccino, lo strumento che può permettere loro di guardare di nuovo al futuro con speranza, è legato innanzitutto alla cultura e al ruolo che la comunità internazionale può rivestire in questa fase così delicata. 

Per questo credo sia importante ritrovare, anche a livello internazionale, un’unità di azione che al momento manca. 

Credo che la comunità internazionale non possa e non debba assistere passivamente a quanto sta accadendo in Afghanistan e al clima di violenza e intolleranza, ostile ai diritti umani, a cui assistiamo. 

È importante che l’Italia, insieme ai partner europei, utilizzi tutte le occasioni, anche nelle sedi internazionali, per ribadire il principio del rispetto dei diritti umani e della dignità della persona come un principio imprescindibile. E che si lavori in sinergia, mettendo insieme tutti gli attori, le istituzioni, le organizzazioni della società civile, anche per mantenere accessi i riflettori sul tema. Noi, come Commissione, ci saremo e continueremo a seguire con attenzione quanto accade.

Non lasciamo sole le donne e le bambine afghane. 

Taglio e semplificazione Irpef: a beneficiarne il ceto medio ma non solo

Taglio e semplificazione Irpef: a beneficiarne il ceto medio ma non solo

 

Il Governo ha messo in campo un intervento strutturale volto al taglio e alla semplificazione dell’Irpef grazie al quale, dopo tanto tempo, possiamo ridisegnare il sistema delle aliquote. All’intervento sono destinati 7 degli 8 miliardi complessivamente dedicati dalla legge di bilancio alla diminuzione delle tasse.

Oltre alla diminuzione delle aliquote, che scenderanno da 5 a 4, con la riforma si taglia dal 27 al 25% e dal 38 al 35% le aliquote intermedie, quelle che più avevano penalizzato negli anni il ceto medio-basso. Ma allo stesso tempo l’intervento aumenta le detrazioni base di tutti e riconosce, al momento per il solo 2022, una decontribuzione per i contribuenti delle fasce più basse che dichiarano fino a 35mila euro. Questo sgravio interesserà ben 19 milioni di contribuenti.

Aumenta anche la no tax area dei pensionati (da 8.125 a 8.500 euro) e dei lavoratori autonomi (da 4.800 a 5.500).

Chiaramente a beneficiare maggiormente di questi interventi sarà il ceto medio ma ci saranno ottimi vantaggi anche per le fasce con un reddito più basso per le quali, però, ci sono anche altre misure, come il taglio del cuneo del Governo Conte II: un bonus di 80 euro aumentato a 100 per chi avesse un reddito fra 8mila e 26mila euro lordi, uno sgravio di 100 euro al mese per i redditi da 26mila a 28mila euro, uno sgravio da 100 euro al mese a scalare dai 28mila ai 40mila.

Vale la pena anche ricordare la combinazione di no tax area e detrazioni per lavoro dipendente grazie alla quale, chi ha un reddito inferiore a 15mila euro paga poche decine di euro di Irpef al mese. In particolare da 0 a 15mila euro lordi annui abbiamo il 44% dei contribuenti che paga solo il 2,3% di tutta l’Irpef.

E proprio per questo abbiamo voluto dare un segnale concreto al ceto medio.

Secondo le simulazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze emerge chiaramente che con la riforma dell’Irpef, insieme alla decontribuzione fino a 35mila euro e l’assegno unico, a risparmiare maggiormente, in percentuale, saranno proprio i redditi più bassi. Inoltre, emerge che combinando il taglio del cuneo operato dal Conte II e l’attuale intervento, porteranno effetti benefici soprattutto a questa fascia di contribuenti.

 

Superbonus: i finanziamenti europei per l’edilizia nelle Marche

Quelli sul Superbonus, sono numeri assolutamente importanti (https://www.efficienzaenergetica.enea.it/images/detrazioni/Avvisi/Report_dati_mensili_31_12_2021.pdf) che confermano, ancora una volta, la bontà del Superbonus, una misura che, giova ricordarlo, è stata voluta dal Governo di Giuseppe Conte e poi confermata dal Governo di Mario Draghi.

Il Movimento5Stelle è stata ed è l’unica forza politica schierata a tutela di un bene che a nostro avviso è preziosissimo, quello della casa. Con Il Superbonus, infatti, proteggiamo le case degli italiani, le miglioriamo, le rendiamo più efficienti dal punto di vista energetico e ne aumentiamo il valore. 

In tutto il Paese sono oltre 95mila i cantieri avviati con il Superbonus, per un valore di oltre 16 miliardi. Nelle Marche, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2021, si contano 2.300 cantieri con un finanziamento totale di 430 milioni.  

Ma la nostra attenzione alla casa si concretizza anche attraverso altre misure che abbiamo promosso come il recupero, avvenuto grazie a noi, della cedibilità dei crediti d’imposta legati anche agli altri bonus edilizi, alla riestensione del bonus mobili legato alle ristrutturazioni, al nuovo fondo da noi introdotto per il cohousing degli anziani.

Nel corso dell’anno, più volte abbiano avuto riscontri sulla bontà di questa misura da una moltitudine di osservatori economici, centri di ricerca, ordini professionali, associazioni imprenditoriali, esponenti politici.

Volete alcuni esempi? Basti pensare alle affermazioni del vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans e della commissaria all’energia, Kadri Simson, di fronte al Parlamento Europeo:

Superbonus is a good business case

Per i più scettici, che preferiscono i dati alle parole, c’è il link ad ENEA con i dati suddivisi per Regione o i risultati dell’ultimo Rapporto sull’impatto degli incentivi fiscali in edilizia, elaborato dal Servizio studi della Camera con il Cresme, secondo cui il Superbonus e gli altri bonus edilizi hanno generato lavori incentivati per 51 miliardi di euro, in aumento dell’82% rispetto al 2020. Tutto questo si è tradotto in 510mila posti di lavoro e, per i cittadini, in un risparmio energetico dichiarato in megatep annui molto vicino all’obiettivo fissato dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima.

Inoltre, secondo un recente studio del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), nel 2021 il Superbonus contribuirà alla formazione di 12 miliardi di Pil e all’attivazione di 153mila posti di lavoro, mentre l’Inps ha contato oltre 92mila posti di lavoro da giugno 2020 a giugno di quest’anno.

Infine, ma non certo per importanza, c’è il Rapporto di Unioncamere/Infocamere secondo cui il Superbonus, in due anni, ha favorito la nascita di 30mila nuove imprese.